Tangenti a Ischia, veleni su D'Alema: «Lui è uno che mette le mani nella merda, ci ha dato delle cose»

Tangenti a Ischia, veleni su D'Alema: «Lui è uno che mette le mani nella merda, ci ha dato delle cose»
di Leandro Del Gaudio
Martedì 31 Marzo 2015, 08:49
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Ci sono quelli che non hanno paura o vergogna a mettere le mani proprio lì, «nella merda», e quelli che invece, alla fine le tirano dietro, insomma decidono di non farlo. Ci sono quelli che, tra politici e divise, ficcano le mani nel torbido e quelli che non osano portare a termine l'opera. È una umanità divisa in due, quella descritta dal gip Primavera, nel firmare arresti e avvisi di garanzia. Nella prima galleria umana, quella dei politici che osano fino in fondo, ci sarebbe anche l'ex premier Massimo D'Alema, coinvolto in questa storia di metano e mazzette, favori e consulenze posticce, pur non essendo indagato. Anzi. Dal canto suo si dice indignato, avvelenato per quanto emerso dalle indagini napoletane, o meglio, dall'inchiesta che svela l'ultimo presunto scandalo nazionale. Non è indagato, ma si sente «infangato», chiede di «essere lasciato in pace».



Ma cosa c'entra D'Alema con questa storia? Spiega il gip Primavera: «Per comprendere fino in fondo e per delineare in maniera completa il sistema affaristico organizzato e gestito dalla Cpl Concordia, appare rilevante soffermarsi sui rapporti intrattenuti tra i vertici della cooperativa e l'esponente politico che è stato per anni il leader dello schieramento politico di riferimento per la stessa Cpl Concordia, che è tra le più antiche cosiddette ”cooperative rosse”, ovvero l'onorevole Massimo D'Alema». È il caso dell'intercettazione ambientale in cui Francesco Simone parla di D'Alema con Nicola Verrini, responsabile commerciale di area della CPL Concordia, (siamo all'11 marzo 2014).
Per il gip questa conversazione «appare di estremo rilievo», «oltre che per il riferimento a D'Alema» e «ad alcuni appartenenti alle forze di polizia», anche «per il modo in cui gli interlocutori distinguono i politici e le istituzioni loro referenti, operando la netta ma significativa distinzione tra quelli che al momento debito si sporcano le mani e quelli che non se le sporcano. Dice in modo esplicito Simone: «D'Alema mette le mani nella merda come ha già fatto con noi e ci ha dato delle cose». È così che stando alle intercettazioni a carico di Simone, la Concordia avrebbe acquistato 500 copie del suo ultimo libro e 2.000 bottiglie di vino con il marchio riconducibile alla moglie dello stesso D'Alema: una compravendita che svelerebbe una sorta di alta triangolazione lobbistica. Ecco il ragionamento del giudice.




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