Berlusconi, D'Alema: gente in galera per reati minori

Massimo D'Alema
Massimo D'Alema
Martedì 15 Aprile 2014, 18:23 - Ultimo agg. 19:22
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Quella su Berlusconi una decisione presa dalla magistratura con particolare attenzione al ruolo politico di Berlusconi: comprensibile. Certo viene da pensare che cittadini meno fortunati, meno ricchi e potenti per reati molto minori vanno semplicemente in prigione. È una giustizia a velocità variabili». Così Massimo D'Alema a Porta a Porta (la puntata andrà in onda stasera) commenta la decisione del tribunale di affidare l'ex Cavaliere ai servizi sociali nell'ambito della condanna per frode fiscale nel processo Mediaset.



«Berlusconi ha sempre meno peso» «Il Paese potrà finalmente fare le riforme anche perché Berlusconi pesa di meno», ha detto D'Alema. «Non penso che Berlusconi debba essere messo fuori gioco dalla giustizia. Il suo ruolo si va riducendo per ragioni politiche: appare sempre meno capace di essere la guida di un centrodestra sempre più variegato».



«Berlusconi vuole imporsi con le cene» «Il presidente Berlusconi non deve voler imporre attraverso incontri privati il suo punto di vista», ha quindi sottolineato D'Alema commentando l'incontro del leader di FI con il premier Matteo Renzi. «Trovo discutibile dire 'Berlusconi e Renzi vanno avanti' sulle riforme - ha aggiunto -. Chi sta andando avanti è il Parlamento e loro non ne fanno parte. Renzi ha dato impulso alle riforme: nessuno gli toglie questo merito. Ma sulle regole della democrazia il Parlamento deve potere» intervenire «migliorando, discutendo e correggendo con libertà» i testi delle riforme. Nel merito, «fermo restando che il Senato non darà più la fiducia al governo, bisogna decidere che compiti assegnargli. Se al Senato si vogliono attribuire rilevanti compiti di garanzia ci possono essere anche altre soluzioni» rispetto a un Senato non elettivo. «Condivido la drastica riduzione degli eletti, ma si possono anche ridurre i deputati e gli stipendi da pagare sarebbero gli stessi».



L'ipotesi Commissione Ue A chi gli domanda se personalmente adesso si aspetti la nomina alla commissione Ue, D'Alema risponde: «Non aspetto nulla, sono fuori dal Parlamento, scrivo libri».



L'ira dei forzisti Il commento di D'Alema sull'affidamento di Berlusconi ai servizi sociali solleva le ire dei fedelissimi. «D'Alema non viene meno alla sua fama di comunista livoroso», dice Mariastella Gelmini. Sulla stessa linea Mara Carfagna: «D'Alema, dando sfoggio della sua proverbiale arroganza, conferma da un lato che per il Pd la legge e i provvedimenti che i magistrati pongono in essere non devono essere uguali per tutti, ma differenti e più coercitivi per Silvio Berlusconi. Di
«condanna ingiusta», parla invece il senatore Altero Matteoli.
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