Ebola, contestazione degli infermieri allo Spallanzani: «Con personale dedicato a paziente contagiato, buchi in corsia»

Ebola, contestazione degli infermieri allo Spallanzani: «Con personale dedicato a paziente contagiato, buchi in corsia»
Martedì 25 Novembre 2014, 18:14 - Ultimo agg. 18:16
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Sindacati in rivolta allo Spallanzani. «Siamo già troppo pochi. Se 15 infermieri e 15 medici saranno dedicati al trattamento del paziente affetto da Ebola, come si faranno a coprire i turni negli altri reparti? Come e chi si occuperà degli altri malati?».

È con questa forte contestazione che Lorenzo Fanelli, infermiere e rappresentante Cobas all'Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani, centro di riferimento per Ebola, ha interrotto oggi la conferenza stampa convocata all'ospedale per rendere noto il primo bollettino medico relativo al medico di Emergency infettato dal virus in Sierra Leone e giunto stamani in Italia, con un Boeing della Aeronautica militare, per l'immediato ricovero nella struttura.



Carenza di personale, servizio a rischio. Proprio la carenza di personale, in particolare quello infermieristico, infatti, potrebbe rappresentare un serio problema: la task force di infermieri e medici addestrata per il trattamento dei casi di Ebola 'sottraè, di fatto, unità lavorative negli altri reparti e in corsia. Un problema sollevato anche dal sindacato degli infermieri Nursind, che afferma: «Allo Spallanzani gli infermieri sono pronti ma a rischio per forti carenze d'organico». Dal Nursind giunge però al contempo una rassicurante conferma: il personale infermieristico «risulta appositamente formato e con una adeguata disponibilità di presidi di protezione individuali (DPI). Per la gestione dei pazienti affetti da virus Ebola si è creata un'apposita equipe detta 'task forcè che è stata addestrata nelle procedure necessarie».



Le procedure per Ebola. Procedure, tra l'altro, estremamente impegnative: la manovra di vestizione da sola dura 10/15 minuti, mentre la manovra più difficile e rischiosa è quella della svestizione, «sia perchè si effettua a fine lavoro quando si è più stanchi - rilevano gli infermieri - sia perchè la tuta è contaminata. La svestizione dura dai 25 ai 35 minuti». Nelle manovre, inoltre, il personale deve essere affiancato da una seconda figura sanitaria, anch'essa addestrata, che attraverso una check list controlla e vigila sulla corretta esecuzione della procedura. Serve pertanto personale preparato, afferma il Nursind, «in adeguato numero e non sovraccaricato, per evitare errori che potrebbero pregiudicare la propria e altrui salute».



Forte carenza personale. «Il problema allo Spallanzani - denuncia il segretario aziendale Nursind Adriano De Iuliis - è la forte carenza di personale infermieristico, da tempo indicata alla Regione Lazio. Questo costringe il personale a turni lunghi oltre l'orario massimo consentito dalla legge, anche 14-17 ore consecutive, con aggravio di responsabilità e stress. Finora in questa situazione hanno lavorato anche i colleghi che compongono la task force. In un contesto già provato dalla carenza di personale - sottolinea - si chiede agli infermieri un ulteriore sforzo con maggiore rischio».



Situazione gravissima. E la situazione è «talmente grave - aggiunge il segretario provinciale Nursind Marco Lelli - che è in corso una formale segnalazione al servizio ispettivo della Direzione Provinciale del Lavoro per lo sforamento dell'orario massimo giornaliero».
Ed ancora: «Abbiamo scioperato e manifestato come categoria pochi giorni fa - afferma il segretario nazionale del sindacato, Andrea Bottega - proprio per chiedere al governo lo sblocco del turn over. Chiediamo al Ministero di intervenire con una direttiva ad hoc che superi questo 'bloccò».
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