Orlandi e Gregori, la Procura archivia i casi. Il fratello di Emanuela: «Non vogliono la verità»

Sit-in a piazzale Clodio per Emanuela Orlandi
Sit-in a piazzale Clodio per Emanuela Orlandi
di Davide Manlio Ruffolo
Mercoledì 6 Maggio 2015, 09:05 - Ultimo agg. 09:18
2 Minuti di Lettura
Le scomparse di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori, avvenute nel 1983, si avviano ad essere “senza soluzione”. La Procura di Roma, infatti, ha chiesto l'archiviazione dei ue procedimenti.



All'interno del fascicolo, in cui erano ipotizzati il reato di sequestro di persona e quello di omicidio, erano finite diverse persone. Fra queste Sergio Virtù, soprannominato “il macellaio” (ritenuto “personaggio vicino al boss della Banda della Magliana Enrico “Renatino“ De Pedis”); Angelo Cassani (detto “Ciletto”), Gianfranco Cerboni (noto con il nome 'Giggetto') e la supertestimone Sabrina Minardi che attribuì la responsabilità della scomparsa della Orlandi alla Banda della Magliana.



Una decisione che è stata spiegata attraverso una nota dal Procuratore capo Giuseppe Pignatone, secondo cui «le indagini sono state estremamente complesse e approfondite», durate «per moltissimi anni dopo una prima fase definita con sentenza (datata dicembre 1997) di proscioglimento». Sono quindi «state approfondite tutte le ipotesi investigative», emerse sia da fonti giudiziarie che da inchieste giornalistiche, «ma non sono emersi elementi idonei a richiedere il rinvio a giudizio di alcuni degli indagati».



Una decisione, quella della Procura, che ha scontentato in molti. Fra questi anche il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo che, contrario alla richiesta di archiviazione, ha chiesto e ottenuto la revoca dell'assegnazione del procedimento. Fra i più delusi, però, c'è Pietro Orlandi, fratello di Emanuela: «Comportamento meschino di pm e Santa Sede. E' evidente che c'è la volontà da parte di qualcuno di non arrivare alla verità: il Vaticano ha ostacolato le indagini senza rispondere alle varie rogatorio e impedendo l'acquisizione di alcune telefonate». Dello stesso avviso l'avvocato Nicoletta Piegentili, legale per conto della famiglia Orlandi, secondo cui «l'archiviazione sarebbe un fallimento della giustizia».