Falsi reduci americani dall'Iraq truffano 80mila euro vendendo smacchiante per banconote

Falsi reduci americani dall'Iraq truffano 80mila euro vendendo smacchiante per banconote
Lunedì 23 Dicembre 2013, 12:16 - Ultimo agg. 15:38
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Tre cittadini nigeriani sono stati arrestati dalla polizia ferroviaria del compartimento per il Lazio con l'accusa di reati di truffa aggravata e continuata. Una truffa che ricorda da vicino quella ai danni di Pinocchio, convinto da due falsi amici che le monete si seminano per farle moltiplicare, a patto di sapere dove piantarle.

I tre promettevano di moltiplicare l'ammontare del conto in banca. Bastava - dicevano presentandosi come soldati statunitensi reduci dall'Iraq - sapere come smacchiare delle banconote annerite in un incidente di guerra. Il che equivale, praticamente, alla possibilità che da una moneta nasca un albero di zecchini d'oro.









Ma c'è ancora chi ci crede, Le indagini, in questo caso, sono state avviate in seguito ad una segnalazione della questura di Bari: una donna, alla quale era stato promesso anche il matrimonio da uno tre falsi reduci arrestati, sosteneva di avere consegnato 83mila euro per ottenere banconote da smacchiare, con il relativo smacchiante miracoloso.



Aveva conosciuto tre persone che, spacciandosi per ufficiali dell'esercito americano, reduci da una missione in Iraq, le avevano confessato di avere una grossa cifra di denaro che, durante il conflitto, si era macchiata: per pulirla era necessario l'utilizzo di solventi particolari molto costosi. La donna, spiega la nota della polizia, soggiogata da uno degli ignoti truffatori, a più riprese aveva consegnato mediante bonifici bancari e versamento di contanti la cifra di euro 83.000. Aveva anche venduto una casetta per finanziare l'operazione "campo dei miracoli".





Gli incontri erano avvenuti quasi tutti nella città di Bari, mentre per l'ultimo versamento di euro 26.000 l'appuntamento era stato fissato a Roma, nei pressi dello scalo ferroviario di Roma Termini.
La donna che solo in una circostanza aveva assistito alla «procedura di smacchiamento» di un'unica banconota, ricevendo un compenso di 70 euro, insospettitasi aveva deciso di rivolgersi alla questura di Bari.