Fiom, a Pomigliano scioperano solo in 5. Landini: «Sapevamo di perdere»

Fiom, a Pomigliano scioperano solo in 5. Landini: «Sapevamo di perdere»
di Nando Santonastaso
Domenica 15 Febbraio 2015, 10:02 - Ultimo agg. 10:03
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Deluso, preoccupato, amareggiato? Nient'affatto. Maurizio Landini, leader nazionale della Fiom, appena reduce dall'affollata manifestazione pro-Tsipras svoltasi ieri pomeriggio a Roma, non è niente di tutto questo. Il flop delle adesioni allo sciopero Fiom di ieri a Pomigliano d'Arco per il primo dei tre sabati lavorativi alla Fca non sembra averlo turbato: «Lo sapevamo che sarebbe andata così, che cioè il risultato sarebbe stato modesto.



Ma se si sposta il ragionamento su chi da anni non è presente al lavoro, tra contratti di solidarietà e cassa integrazione, e parliamo di circa 1800 lavoratori, la valutazione non può che essere diversa», dice.



Se eravate consapevoli che sarebbe stato un flop che senso ha avuto proclamare lo sciopero? Non è stata una decisione azzardata?

«Per niente. Intanto perché, come le ho appena detto, il problema non riguarda solo i 2mila lavoratori che sono tornati in fabbrica ma quanti, e sono altrettanti, che ne sono fuori da anni, compresi quelli del polo logistico di Nola. Con duemila persone ancora fuori dalla fabbrica c'è bisogno di un nuovo modello per riassorbirli tutti, la Panda non basta. In più noi diciamo che bisogna trovare altre soluzioni per redistribuire il lavoro per tutti».



Ma cinque adesioni allo sciopero sono una bocciatura forte.

«Le ripeto che eravamo consapevoli di ciò che sarebbe successo. Conosciamo bene la situazione salariale dei lavoratori di Pomigliano, e siamo consapevoli delle loro difficoltà. Anche per questo vogliamo riaprire la discussione con l'azienda: del resto anche i sindacati che non hanno aderito allo sciopero sanno perfettamente che c'è metà personale ancora fuori...»...



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