Il presidente di Adr Palenzona: «Basta attacchi gratuiti, noi non ci fermeremo»

Il presidente di Adr Palenzona: «Basta attacchi gratuiti, noi non ci fermeremo»
di Osvaldo De Paolini
Venerdì 31 Luglio 2015, 06:35 - Ultimo agg. 08:56
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Prima il rogo del 7 maggio, poi i guasti al radar Enav di Ciampino, mercoledì l'incendio della pineta vicina all'aeroporto, ieri venti minuti di black out. E si potrebbe continuare con l'elenco di eventi che stanno oggettivamente minando l'immagine di Fiumicino.



Presidente Fabrizio Palenzona, sullo scalo da lei guidato piovono critiche. Che cosa risponde?

«Prima di tutto mi scuso con i passeggeri, perché al di là delle singole responsabilità sono coloro che hanno subìto e stanno subendo i maggiori disagi».



Scuse doverose. Però non bastano a placare gli animi.

«Nemmeno possiamo assumerci responsabilità che non riteniamo nostre. L'incendio del 7 maggio, le cui cause sono oggi in fase di accertamento e su cui sta lavorando la Procura della Repubblica di Civitavecchia, ha interrotto un cammino virtuoso da tutti riconosciuto e certificato a livello globale dalle rilevazioni di Airport Council International».



Alitalia sostiene invece che da mesi molti aeroporti europei ci stanno umiliando.

«Parole che non trovano riscontro nelle classifiche. Stavamo infatti scalando i vertici europei in termini di qualità di servizio al passeggero, portando Fiumicino a superare importanti hub concorrenti come Parigi, Madrid e Francoforte. È il frutto della cura Atlantia degli ultimi due anni, che ha portato a una forte attenzione nei confronti del passeggero e all'accelerazione degli investimenti. Basti dire che il prossimo anno inaugureremo un nuovo molo capace di accogliere 7 milioni di passeggeri».



Se tutto stava funzionando, perché tante critiche, soprattutto da Alitalia, il cui amministratore delegato Silvano Cassano ha addirittura minacciato di abbandonare lo scalo?

«Non commento le dichiarazioni di Cassano. E ho molto rispetto per le difficoltà di Alitalia. Vorrei però sottolineare come il ritardo degli aeroporti italiani sia dovuto proprio all'ex vettore di bandiera in quanto ha ritenuto che attraverso una legge si potessero risolvere i suoi problemi».



Quale legge?

«Penso alla famigerata legge sui cosiddetti requisiti di sistema, che ha provocato la paralisi degli investimenti aeroportuali in Italia già dieci anni fa, precisamente a partire dal 2004. Per quanto ci riguarda, abbiamo più volte denunciato questa situazione abberrante, ma solo dal 2013 siamo riusciti a ripartire grazie alla sensibilità dell'Enac, che ha compreso che ci stavamo schiantando, e del governo di allora».



Restano le critiche.

«Ma basta con queste critiche, figlie di luoghi comuni e di ignoranza dei problemi. È ora di farla finita. Sono stati persi troppi anni in un limbo causato dall'assenza del contratto di programma. Le nostre tariffe per oltre 10 anni sono state nettamente inferiori alla media europea, impedendoci di investire adeguatamente. Solo nel 2013 è stato quindi possibile avviare il nostro piano di investimenti rispetto al quale stiamo procedendo alla massima velocità, recuperando il tempo perduto. Se qualcuno pensa di metterci in difficoltà con le parole e con le bugie, la mia risposta è una sola: non ci fermeranno. Abbiamo messo sul tavolo 11 miliardi di investimenti programmati, crede che non sappiamo ciò che stiamo facendo?».



Però le lunghe code non sono fantasia. I ritardi nella consegna dei bagagli sono il quotidiano. Possibile che non avete nulla da rimproverarvi?

«Sulla gestione di Fiumicino regnano molti falsi miti, e non solo nell'immaginario collettivo. Uno dei più diffusi riguarda quello che ha citato lei: la gestione dei bagagli, che non dipende in alcun modo dal gestore aeroportuale ma dagli handler e dai contratti che li legano alle compagnie aeree. A Fiumicino dobbiamo far fronte ogni giorno alla totale disorganizzazione delle società di handling, in una situazione caratterizzata da un numero elevatissimo di operatori, molti dei quali in forte difficoltà anche a causa dei mancati pagamenti delle compagnie aeree. Ma ora è in corso il nuovo bando per razionalizzare questo settore».



Di recente Adr ha fornito un aggiornamento sull'affluenza dei viaggiatori e sembra di capire che, nonostante l'incendio di maggio, il traffico cresca.

«Lo confermo, siamo in crescita. Ciò grazie alle azioni di marketing messe in piedi da Aeroporti di Roma e al forte appeal della Capitale, che come destinazione turistica e di business non ha eguali nonostante le difficoltà gestionali di cui leggiamo ogni giorno sulla stampa».



D'accordo le rassicurazioni, però le critiche si confutano anche con i numeri.

«Negli ultimi tre mesi la crescita del sistema aeroportuale romano è stata del 5,6% e oggi Fiumicino è in una situazione di piena ed efficiente operatività con punte giornaliere di oltre 140 mila passeggeri. Nell'ultima settimana la crescita è stata del 7,3%».



Ryanair annuncia che se Alitalia lascerà Fiumicino, è pronta ad aggiungere più aerei, più rotte e più voli a tariffe basse.

«Intanto credo che difficilmente Alitalia lascerà Fiumicino, sarebbe un danno anche per lei. Come ho detto, capisco le loro difficoltà ma non possono imputare a noi i problemi generati dalla loro storia, anche recente. Se poi le low cost vorranno continuare a puntare su di noi, non vedo perché dovremmo punirle. D'altro canto non sono le sole».



Lei sta dicendo che altre compagnie sono pronte a investire su Fiumicino?

«Sicuro. I voli da e per l'Estremo Oriente operati da vettori asiatici sono in netto aumento. E qui stiamo parlando di compagnie tradizionali, non di low cost. D'altro canto, le low cost sono l'evoluzione del mercato globale. Ottimi clienti che pagano regolarmente ed offrono connessioni capillari, favorendo la mobilità del Paese».



Come descriverebbe oggi Adr?

«Un operatore efficiente e poco indebitato, che ha tutte le risorse necessarie per supportare la crescita dell'aeroporto. Senza alcun bisogno nè di nuova finanza né di nuovi capitali».



È questo che intende dire al ministro Delrio che ha dichiarato di voler meglio valutare i vostri programmi?

«Questo e altro ancora».