«Un grazie a metà»: su Facebook la lettera del marò Latorre

«Un grazie a metà»: su Facebook la lettera del marò Latorre
Sabato 20 Settembre 2014, 19:44 - Ultimo agg. 19:46
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TARANTO - Rientrato a Taranto per quattro mesi dopo l'ischemia che lo ha colpito in India, il marò Massimiliano Latorre - dopo aver chiesto alla stampa di rispettare la sua privacy - ha affidato a un lungo messaggio postato su Facebook il racconto delle sofferenze e della malattina.



"Cari amici - scrive - scusate l’assenza dovuta alle mie condizioni fisiche ma ovviamente non voluta.

Vorrei ora rivolgerVi un personale e sentito ringraziamento per gli innumerevoli messaggi di conforto, supporto e d incoraggiamento ricevuti. Ad oggi è già passata una settimana da quando ho rimesso piede sul suol Patrio anche se mi sembra solo ieri. Sono qui in casa circondato dall’affetto di amici parenti e figli, anche se mi rendo conto che molte sono le cose cambiate a cominciare proprio dalla mia salute, e nonostante le sedute giornaliere di fisioterapia sono consapevole che lunga e tortuosa sarà la strada che spero mi consentirà di ritornare un uomo simile a quello che ero fino al 31 agosto 2014".



"Oltre voi permettetemi di ringraziare anche e pubblicamente le persone a cui devo la mia vita in quanto è grazie al loro intervento che mi è stato possibile riabbracciare i miei figli e scrivervi ora queste due righe, e sono la mia compagna Paola, che ha da subito capito cosa mi stesse accadendo e Salvatore chiamato in soccorso da Paola, che mi ha caricato sulle sue spalle per portarmi in ospedale senza perdere tempo, ed il dottor Raieev Ranian che il buon Dio ha voluto fosse di turno in quel momento per iniettarmi quella medicina che mi ha consentito di riprendermi diventando il mio angelo custode durante tutta la mia degenza ospedaliera di New Delhi".



"Sono fiducioso nel continuo operato delle signore ministro Pinotti e Mogherini, sono felice e riconoscente di come la ministro Pinotti si sia letteralmente catapultata a New Delhi per farmi sentire il suo affetto, che va ben oltre ogni carica politica ed istituzionale preoccupandosi di portare con sé il dovuto supporto medico al fine di sincerarsi riguardo il mio stato di salute. Grazie anche all'ammiraglio Binelli sempre vicino e presente ed al comandante Mendicini, i dottori Caruso e Marrocco che con umanità e simpatia hanno esaminato la mia situazione e vigilato sui trattamenti ricevuti. Grazie ai miei due colleghi ed amici Capo Morabito e Capo Nasole e tutta l'equipe medica dell'ospedale militare di Taranto che quotidianamente mi aiutano e rendono possibile la mia riabilitazione".



"Grazie al colonnello Sirimarco ed ai carabinieri di Taranto tutti che vigilano su di me ogni giorno ed anche agli amici giornalisti che hanno prontamente recepito il mio appello affinché privacy e discrezione prevalessero sgombrando immediatamente il campo, ve ne sono sinceramente grato. Grazie alla comunità italiana ed ai diplomatici tutti, mi hanno coccolato come un figlio o fratello e mai avrei immaginato una preoccupazione cosi forte. E' bello essere persone piene di sentimento e di amore da donare al prossimo".



"Salvo, Vania e Paola grazie per tutto quello che avete fatto per me durante quella settimana terribile passata in ospedale. Grazie anche a chi non ha avuto il coraggio di far neanche una telefonata, capisco e non ne sono turbato, quando volete sapete dove trovarmi, io non ho mai portato rancore a nessuno. Sono così per carattere. Grazie ancora alle signore ministro che con la loro caparbietà tipicamente femminile stanno continuando ad adoperarsi quotidianamente alla risoluzione di questa assurda vicenda consentendo, di conseguenza, il rientro di Salvo, un momento da me tanto atteso come uomo, come amico ma anche come capo team che sente costantemente la responsabilità dei suoi uomini. Grazie amici, grazie Italia, anche se oggi è un grazie a metà".