Gli italiani che mangiano cibi scaduti: il peso della crisi si fa sentire a tavola

Gli italiani che mangiano cibi scaduti: il peso della crisi si fa sentire a tavola
di Luisa Maradei
Domenica 2 Febbraio 2014, 12:31 - Ultimo agg. 12:50
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Sei italiani su dieci, nell’ultimo anno, hanno mangiato cibi scaduti. E’ quanto emerge da un sondaggio on line condotto dal sito sugli effetti della crisi sui consumi delle famiglie.



Ignorata, dunque, nel 59 per cento dei casi la classica dicitura «da consumarsi entro» apposta sulle confezioni dei prodotti alimentari che ne garantisce gusto, aroma e valori nutrizionali. «In particolare - sottolinea la Coldiretti - ben il 34 per cento del campione in esame ha portato in tavola alimenti fino ad una settimana dopo la data di scadenza, ma ben il 15 per cento fino ad un mese dopo e l’8 per cento anche oltre, mentre il 2 per cento degli italiani non guarda mai la data di scadenza».



L’associazione degli agricoltori registra con preoccupazione una tendenza che conferma gli effetti negativi della crisi sulla qualità dell’alimentazione degli italiani, costretti a tagliare la spesa (-3,9%) e a rivolgersi a prodotti low cost, gli unici a conservare il segno positivo nel corso del 2013 (+1,7%).
Ma c’è dell’altro. Gli acquisti di frutta e verdura nel 2013 sono scesi al minimo da inizio secolo: le famiglie hanno messo nel carrello appena 320 chili di ortofrutta, oltre 100 chili in meno rispetto al 2000. Inoltre, secondo l’Istat, il 16,8 per cento degli italiani non possono permettersi un pasto proteico adeguato ogni due giorni. Bisogna poi distinguere tra la data di scadenza vera e propria (con la dicitura «da consumarsi entro») e il termine minimo di conservazione («da consumarsi preferibilmente entro») indicato sulle confezioni.






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