Magalli già al Quirinale: adesso viene scortato dai corazzieri

Magalli già al Quirinale: adesso viene scortato dai corazzieri
di Giulio Mancini
Domenica 25 Gennaio 2015, 18:43 - Ultimo agg. 19:18
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Giancarlo Magalli, il candidato ideale a rivestire il ruolo di Presidente della Repubblica, stando all'esito del referendum lanciato tra i suoi lettori dal “Il Fatto Quotidiano” dopo il boom di segnalazioni sui social, non lascia ma raddoppia. E, com'è suo solito, per avvertire i “politici di mestiere” che non si ritira dalla candidatura casuale e ormai virale su social network e Grande Rete, si presta allo "scherzo" e si fa fotografare insieme ad una coppia di corazzieri.









La provocazione arriva direttamente dal "Teatro Manfredi" di Ostia, dove domenica 28 gennaio il conduttore de “I fatti vostri” ha portato in scena l'ultima replica della commedia “La botta in testa”, scritta e diretta da Pierfrancesco Pingitore. Prima di salire sul palco, però, Magalli si è fatto ritrarre scherzosamente ma anche provocatoriamente al centro di una coppia di corazzieri. L'effetto fotografico ha suscitato ironia anche nel “candidato” che in qualche modo ha ricordato la canzone di Renato Rascel, “Il piccolo corazziere” con la sua strofa “Se vedi un elmo che cammina solo, salutalo e sollevalo dal suolo, che sotto mamma mia con gran piacere, ci troverai tuo figlio corazziere”



Intervistato dalla televisione locale OstiaTv.it sul risultato del referendum e sull'effetto virale della candidatura, Magalli si è comunque schernito. “E' stata una cosa carina - sottolinea il conduttore televisivo - Credo che il popolo del web abbia deciso di assegnarmi questo ruolo per mandare un segnale di distanza da quelli che verranno eletti: i giovani, che sono poi i principali frequentatori dei social network, hanno voluto dire preferiamo Magalli, quel vecchiume non lo vogliamo. Io Presidente della Repubblica non posso diventarlo, il voto è appannaggio dei politici e quelli se lo danno tra loro, a me non lo darebbero mai. Ecco, l'esito di quel referendum penso che sia piuttosto un segno di stanchezza verso un sistema. La politica è un lavoro che bisogna saper fare, ci vogliono caratteristiche che io non ho. Eppoi, l'idea di combattere tutti i giorni con quelli... e a chi gli va!”