Malasanità, spot medici contro gli "avvoltoi". L'ira degli avvocati: «Ritiratelo da web e tv»

Malasanità, spot medici contro gli "avvoltoi". L'ira degli avvocati: «Ritiratelo da web e tv»
di Luca Lippera
Martedì 25 Febbraio 2014, 21:18 - Ultimo agg. 26 Febbraio, 20:46
4 Minuti di Lettura
​Ormai guerra totale. Lo spot tv con cui i medici italiani denunciano “gli avvoltoi della malasanit” e la valanga di cause che “stanno distruggendo il rapporto medico-paziente” – spot rilanciato a lungo dal Tg5 di luned sera alle 20 - andato di traverso agli avvocati, ai periti e alle associazioni che si intestano la difesa del cittadino.
Il filmato, un’iniziativa che ha ottenuto il patrocinio del Ministero della Salute, è stata lanciata due giorni fa da Amami (Associazione medici accusati ingiustamente di malpractice) e ieri sono stati fulmini e saette. L’associazione Codici ha immediatamente parlato di scandalo, l’Osservatorio Sanità ha minacciato di querelare la stessa Amami, il Consiglio Nazionale Forense (che raduna gli avvocati) ha annunciato una diffida per “ottenere il ritiro dello spot dal web e dalle televisioni”.



Ormai ci sono due mondi che si scontrano: da una parte i medici sommersi da decine di migliaia di cause, dall’altra coloro che sostengono e istruiscono” le richieste di risarcimento. I pazienti, con le loro paure, le aspettative, la mlattia, le emergenze, l’età che avanza inesorabilmente, si trovano tra l’incudine e il martello. Cosa fare? Di chi fidarsi? Quando agire e quando no? L’avvio delle azioni giudiziarie, nella stragrande maggioranza dei casi – lo dicono i numeri - si rivela uno specchietto per allodole e lo spotv tv lo ricorda più volte.



Una ricerca della Procura di Roma e del Policlinico Gemelli ha concluso che il 99% delle cause contro i medici e i chirurghi viene archiviata già nella fase delle indagini preliminari. Da qui nasce lo spot dell’associazione Amami, il quale, in sostanza, contiene un messaggio: fate attenzione a chi vi propone cause di risarcimento (c’è un contro-spot in tv che da mesi incita in tal senso i pazienti) perché spesso si tratta di pura speculazione.



Il Consiglio Nazionale Forense (Cnf) ritiene che lo spot lanciato da Amami “deve ritenersi riferibile agli avvocati” e chiede al Ministero della Salute di “prendere le distanze dal messaggio affermando la non condivisione di tale iniziativa pubblicitaria”. “E’ di assoluta evidenza – sostiene il Cnf – la volgarità dell’operazione diffamatoria, altamente lesiva della dignità di una professione deputata costituzionalmente alla difesa dei cittadini”. La lesione della dignità professionale, a ben vedere, è la stessa motivazione che ha indotto i medici a passare al contrattacco attraverso l’associazione Amami, presieduta dal chirurgo Maurizio Maggiorotti.



“Chiediamo scusa agli “avvoltoi” – si legge in un ironico comunicato di Amami diramato dopo la presa di posizione degli avvocati – Alcune categorie professionali si sentono offese dallo spot. Colpisce pensare che alcuni ritengano che il messaggio sia indirizzato proprio a loro. Gli avvoltoi della malasanità non appartengono a uno specifico ordine professionale. Ce ne sono alcuni tra i medici, tra gli avvocati, tra i giornalisti e tra molti per i quali non esiste una categoria specifica. Ma siamo qui a denunciare senza sosta il fenomeno dell’accusa infondata: i medici italiani non sono più disposti a subire speculazioni di ogni genere”.



Il patrocinio del Ministero della Salute allo spot rilanciato dal Tg5 non è arrivato a caso. I sanitari del sistema pubblico, nel tentativo di scongiurare futuribili richieste di risarcimento, ordinano ai pazienti una infinita serie di esami (anche quelli palesemente non utili), affinché non si possa mai dire che non è stato fatto tutto il possibile. E’ la cosiddetta Medicina Difensiva, che costa allo Stato, cioè a tutti noi, centinaia di milioni di euro ogni anno. “Ma dalle sigle mediche che hanno lanciato lo spot – afferma l’Osservatorio della Sanità, guidato da Francesco Lauri – ci si aspettava un contributo, anche comunicativo, che spiegasse cosa fare per ridurre il rischio clinico, la morbilità e la mortalità. Invece, insieme al volo di un avvoltoio, si sente una voce che invita a non credere a chi promette facili arricchimenti: di fronte a un’iniziativa del genere non possiamo che sorridere”.



Secondo l’associazione Codici (Centro per i diritti del cittadino) “lo spot è uno scandalo e si tenta di spostare l’attenzione dalle vere vittime, i pazienti, che spesso subiscono le conseguenze anche mortali della malasanità, ai medici: è una cosa inaccettabile”. Ma i medici, di fronte alla moltiplicazione delle cause, ormai tirano dritto. “Lanciamo una proposta a tutti gli ordini professionali – si legge in una nota di Amami – Si costituisca un osservatorio comune per smascherare gli avvoltoi della malasanità, qualunque sia il loro mestiere. Gli unici che hanno diritto a offendersi e ai quali siamo pronti a chiedere scusa, sono i volatili: essi rivestono un importante ruolo nella catena alimentare, cibandosi di cadaveri e non assalendo professionisti vivi che operano ogni giorno per il benessere dei cittadini”.




















© RIPRODUZIONE RISERVATA