81 anni e un grido d'aiuto: «Senza acqua luce e gas: durante la guerra stavo meglio»

La signora Rita
La signora Rita
di Giacinta Gimma
Lunedì 26 Gennaio 2015, 10:54 - Ultimo agg. 13:15
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MARGHERA (VENEZIA) - Chiede aiuto Rita. Lo fa da un appartamento al terzo piano a Marghera che tutto sembra tranne una casa, ridotta com’è a una discarica e a un magazzino.



Niente allacciamento al gas da cinque mesi, l’acqua che esce con il contagocce dai rubinetti del bagno ed elettricità che basta ad alimentare a malapena un paio di lampadine. Impensabile che possa accendere una stufa.







Sta di fatto che Rita, 81 anni, vive al freddo e le sue condizioni di salute - quattro anni fa è stata colpita da un ictus che ha limitato la sua capacità di movimento - le imporrebbero invece di vivere in un ambiente salubre.



«Cinque mesi fa, mi hanno staccato il gas perché non sono riuscita a pagare una bolletta di 1500 euro. Non è ammesso che una donna alla mia età debba vivere in queste condizioni».



Con quel poco calore che sprigiona una pallottolina di carta imbevuta di alcol e bruciata in un pentolino o con il tepore che esce da uno scaldamani che usa, appunto, per vincere il gelo nelle dita.



Rita, nei giorni scorsi, ha trovato la forza di inviare una lettera al Gazzettino per descrivere la sua esistenza, ma la realtà, entrando nel suo appartamento, supera ogni immaginazione.



Scatoloni ingombrano il corridoio: «Li ho preparati cinque anni fa quando sembrava confermato il trasferimento in un altro appartamento. Poi - ricorda - non se ne è fatto nulla e sono rimasti lì». Lo scarico dei lavandini di casa non funziona più. Solo uno nel bagno scorre a malapena, in cui neppure il water riesce a svolgere la sua funzione.



La Caritas e la parrocchia cercano di darle una mano e anche alcuni lettori hanno chiamato in redazione per capire come si possa aiutare questa donna. «Da quando ho avuto l’ictus, ho sempre paura di cadere mentre faccio le scale. Ho vissuto il periodo della guerra, ma - conclude con la voce commossa - non ricordo di aver sofferto mai così tanto».