Marino, doppia inchiesta su note spese: «Di quelle cene parlo solo ai pm»

Marino, doppia inchiesta su note spese: «Di quelle cene parlo solo ai pm»
di Michela Allegri e Fabio Rossi
Martedì 6 Ottobre 2015, 05:45 - Ultimo agg. 15:40
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Due esposti incrociati, uno in Procura e l'altro alla Corte dei Conti. E le spese di Ignazio Marino per rappresentanza e missioni istituzionali potrebbero ora finire al vaglio degli inquirenti e dei magistrati contabili, per le denunce presentate da parlamentari e consiglieri comunali del Movimento 5 stelle, a cui si aggiungono l'esposto della Lista Marchini e quello annunciato da Fratelli d'Italia.



Il sindaco dal canto suo si trincera dietro la regolarità formale di tutti i documenti, messi online sul sito del Campidoglio e passati al setaccio dai gruppi di opposizione. I nomi degli invitati a pranzi e cene restano comunque riservati: le norme non impongono di rivelarli, fanno notare a Palazzo Senatorio, e saranno comunicati soltanto in caso di eventuali richieste di chiarimenti da parte della Procura o della Corte dei conti.



Il chirurgo dem continua intanto a lavorare regolarmente (ieri senza appuntamenti pubblici) e sull'argomento taglia corto: «Se questa campagna offensiva dovesse continuare Roma Capitale sporgerà querela», si legge in una nota diffusa dall'amministrazione capitolina. Marino non accetta ulteriori ricostruzioni ritenute «offensive, orientate da interessi politici e prive di fondamento» e sottolinea «l'operazione di trasparenza e legalità» fatta pubblicando sul sito istituzionale tutte le ricevute che riguardano le spese in questione.



GLI ATTI

A chiedere due inchieste ufficiali sulla vicenda, sono stati i parlamentari e consiglieri capitolini del M5s: «Ci aspettiamo che sia aperta un'indagine sulla natura delle transazioni condotte, che nelle cifre appaiono del tutto immotivate per il mandato di un sindaco», hanno dichiarato i pentastellati. A detta dei denuncianti, negli scontrini istituzionali presentati dal Campidoglio ci sarebbero troppe cifre che non quadrano: «Cene istituzionali nei weekend o nei giorni di festa, spuntini serali fatturati cinque mesi dopo averli consumati, convivi con medici del Gemelli, chirurghi stranieri e parlamentari vari, avvenuti di preferenza nel ristorante sotto casa», si legge nel documento ora al vaglio dei magistrati che dovranno anche chiarire se sia stato legittimo l'aumento del plafond mensile della carta di credito del primo cittadino, che sarebbe stato innalzato da 10 mila a 50 mila euro.



Le due indagini correranno su binari paralleli. Ai giudici contabili spetterà il compito di stabilire se, come ipotizzato dai denuncianti, esistano i presupposti per accusare il sindaco di danno erariale. Per quanto riguarda il versante penale, invece, a occuparsi del caso sarà il pool di magistrati guidati dal procuratore aggiunto Francesco Caporale, che coordina di gruppo che si occupa di pubblica amministrazione. Qualora dovesse essere accertato l'utilizzo di denaro pubblico per fini privati, il titolo di reato ipotizzabile sarebbe peculato.



LA REPLICA

Dal colle capitolino, però, respingono con forza ogni accusa: «È tutto online - si legge nella nota di Palazzo Senatorio - Si tratta di un gesto di trasparenza e novità assoluta per un comune italiano. Ogni singola spesa è motivata formalmente dal sindaco nelle modalità previste dalle norme». In poco più di due anni, da quando cioè è primo cittadino della Capitale, Marino ha speso 1.789,43 euro al mese, di cui «773 per rappresentanza e 1.016,43 per missione - sottolineano dal Comune - Le spese di rappresentanza degli organi di governo di Roma Capitale per il 2014 ammontano complessivamente a 128.028,10 euro, una cifra certificata».



Tra le spese di rappresentanza degli organi di governo «sono contenute molte voci non certo attribuibili alla persona del sindaco: dalla realizzazione delle medaglie, ai doni alle delegazioni internazionali che sono ricevute in Campidoglio - prosegue la nota - Su queste spese negli anni dell'amministrazione Marino sono stati fatti sostanziosi tagli rispetto al passato e sono, se rapportate alle dimensioni della città, più che in linea quando non spesso inferiori a quelle di tutte le altre grandi realtà italiane».



IL DIBATTITO

Per il Campidoglio, dunque, in tutta questa vicenda non c'è nulla di anomalo. Ma Francesco Storace non è d'accordo: «Marino deve chiarire questa storia dei pranzi di famiglia - dice il leader de La Destra - Non c'è solo l'America a costare quattrini ai romani. Ma anche insopportabili pranzi e cene di sabato e domenica nei dintorni di casa». Adesso «sarà la magistratura Fabrizio Ghera a dirci se le spese di Marino sono state effettuate secondo un uso disinvolto di soldi pubblici a fini privati», sostiene Fabrizio Ghera, capogruppo capitolino di Fdi-An. «Stiamo approfondendo anche l'esame su tutte le spese, compreso il viaggio della delegazione capitolina a Philadelphia e New York - chiosa il capogruppo della Lista Marchini in consiglio comunale, Alessandro Onorato - per il quale il Comune di Roma ha impegnato oltre ventiduemila euro, di cui 4.866 solo per le spese del sindaco, per verificare eventuali profili di illecito».