Roma. Mazzette ai vigili, indagini su altri casi: la tangente poteva essere pagata a rate

Roma. Mazzette ai vigili, indagini su altri casi: la tangente poteva essere pagata a rate
di Adelaide Pierucci
Venerdì 25 Luglio 2014, 12:21
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Potrebbero spuntare altre vittime, e soprattutto altri vigili taglieggiatori, nell'ultima inchiesta sui caschi bianchi che ha portato all'arresto (con l'obbligo dei domiciliari) di un ufficiale del I Gruppo, Luciano Di Cosmo, accusato di aver chiesto duemila euro a un gioielliere per nascondere una pratica e fargli evitare il sequestro di un immobile in ristrutturazione in via Margana, a un passo dal Campidoglio.



«Con ogni probabilità non è stato un caso isolato», ha scritto il gip Elvira Tamburelli, che ha firmato l'arresto per tentata concussione sollecitato dal pm Erminio Amelio a chiusura delle indagini dei carabinieri del comando di via In Selci. Per poi sottolineare che «le indagini sono ancora in corso e volte alla verifica di ulteriori episodi che hanno coinvolto altri soggetti».



LA DILAZIONE

La prima volta che il vigile Di Cosmo si è presentato in via Margana era in borghese, in compagnia di un collega e senza mandato. Le richieste di danaro, però, sarebbero state sollecitate solo dal vigile finito in manette dopo aver chiamato con insistenza i geometri che si stavano occupando della ristrutturazione e avergli dato appuntamento sul Lungotevere. «L'immobile ha un vincolo delle Belle Arti, se non volete incappare nel sequestro o in una maxi multa posso fare da intermediario per nascondere la pratica, basterebbero duemila euro», avrebbe intimato l'ufficiale al geometra. «Ma, viste le vostre difficoltà, possiamo arrivare a 1.500 euro e in due tranche».



VINCOLI IENSISTENTI

«E' indubbio che l'indagato nell'esercizio della funzione pubblica unitamente al collega» riporta l'ordine di arresto ha rappresentato ai soggetti passivi l'esistenza di ”problemi” relativi a ”vincoli” inesistenti sull'immobile prospettando che in caso di mancato pagamento della somma di denaro richiesta dal medesimo egli avrebbe dovuto procedere al sequestro dell'immobile e all'irrogazione di una sanzione amministrativa di 25.000 euro». «Nella vicenda all'esame, in entrambe le ipotesi prospettate (mazzetta o multa ndr) dal pubblico ufficiale», scrive il giudice, «la persona offesa avrebbe subito un danno ingiusto economicamente rilevante, pericolo scongiurato solo per forte senso civico dimostrato dal proprietario dell'immobile Raz D. che si è determinato alla denuncia, consentendo così di porre termine a una condotta abusiva della funzione pubblica, asservita dal vigile alla percezione di indebiti profitti, che con ogni probabilità non è stata affatto isolata». Il vigile, nell'interrogatorio di garanzia, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il suo avvocato, Gianluca De Fazio, si è dichiarato stupito dall'accusa: «Il mio assitito è stato anche intercetatto. In nessun caso si fa riferimento a richieste di soldi. Semmai si sottolinea la volontà di non volersi occupare del caso. Per incastrarlo d'altra parte sarebbe bastato consegnarla questa presunta mazzetta, con soldi fotocopiati».