Migranti, Alfano: «Ripartizione quote? Il peso non può gravare solo sull'Italia»

Migranti, Alfano: «Ripartizione quote? Il peso non può gravare solo sull'Italia»
Sabato 30 Maggio 2015, 15:12 - Ultimo agg. 15:13
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«Colgo l'aspetto solidale di una ripartizione equa di un peso che non può gravare su un Paese rivierasco come l'Italia, che attraggono migranti che vogliono essere accolti anche in altri Paesi europei e vogliono dirigersi in altri Paesi europei».



Lo ha detto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, a margine di un convegno in ricordo del medico Paolo Giaccone ucciso dalla mafia nel 1982, riferendosi alla posizione del Vaticano sulla ripartizione delle quote di migranti tra Paesi membri dell'Ue. Mentre sulle dichiarazioni di Papa Francesco che ha definito «un attentato alla vita» lasciar morire i migranti sui barconi, Alfano - sollecitato dai cronisti - ha sottolineato: «Abbiamo su di noi il peso del primato di essere campioni del mondo di umanità anche per omissioni altrui. La sfida è pacificare la Libia e conciliare il salvataggio delle vite umane con il bisogno di certezza è sicurezza dei popoli europei».



«Abbiamo davanti a noi una questione libica non ancora risolta.
Fino a quando non sarà risolta sarà difficile fermare gli sbarchi di migranti», ha detto ancora Alfano, «Il nostro appello - ha aggiunto - va ancora una volta all'Europa e a tutta la comunità internazionale per realizzare quello che fin qui non si è ancora realizzato e cioè la pacificazione libica, perchè l'Italia e la Sicilia non possono subire prima il costo delle bombe che sono state sganciate sulla Libia per destabilizzare e mandare a casa un regime negativo, e dopo il conto di un silenzio della comunità internazionale».




Il ministro ha poi usato parole molto dure contro la mafia: «Sono gli schifosi mafiosi a rovinare l'immagine della Sicilia», ha detto agli studenti dell'Istituto Don Bosco, durante un convegno in ricordo del medico Paolo Giaccone ucciso dalla mafia l'11 agosto 1982. «Per essere un politico siciliano onesto - ha aggiunto - o parti dall'antimafia o non sei un politico siciliano onesto. Non si può essere a-mafiosi, e cioè semplicemente non mafioso: o sei antimafioso o non sei un politico siciliano onesto».
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