Migranti, l'Onu: 950 morti nel Mediterraneo nel 2015. Triton non verrà rafforzata

Migranti in arrivo in Italia
Migranti in arrivo in Italia
Venerdì 17 Aprile 2015, 12:02 - Ultimo agg. 18 Aprile, 12:53
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Il Mediterraneo continua ad essere luogo di morte per migranti e rifugiati: secondo le stime dell'Unhcr, l'agenzia dell'Onu per i rifugiati) sono già 950 le vittime quest'anno.



I limiti dell'operazione Triton «li vediamo» ed è chiaro che in assenza di un governo in Libia i rischi per terrorismo e ondate migratorie crescono ma tra i 28 «non c'è ancora la volontà collettiva di un'azione marittima più forte». È intanto l'indicazione di alte fonti diplomatiche europee in vista del Consiglio Esteri che lunedì avrà in agenda la Libia.



Triton è un programma dell'Unione europea messo in piedi per cercare di controllare gli arrivi di migranti dal mar Mediterraneo. Il programma, gestito attraverso Frontex l'agenzia europea di controllo delle frontiere, a partire dal novembre scorso ha sostituito Mare nostrum nel controllo dei flussi di migranti.



Sulla proposta circolata nelle ultime settimane di coinvolgere anche Egitto e Tunisia nel pattugliamento e nel salvataggio, la fonte ha spiegato che «per ora nulla è stato chiesto» ai due Paesi.



Sul fronte immigrazione la situazione «è grave e peggiorerà nelle prossime settimane e mesi» ma «dobbiamo essere franchi, la Commissione europea non può fare da sola; non abbiamo la bacchetta magica», perché «non abbiamo i fondi né il sostegno politico» per lanciare operazioni europee di salvataggio. Questa l'ammissione della portavoce del commissario per l'Immigrazione Dimitri Avramopoulos, che la settimana prossima sarà in Italia per incontrare il ministro dell'Interno, Angelino Alfano.



L'Italia insomma bussa alle porte dell'Europa per un sostegno nel fronteggiare gli sbarchi che però i governi dei paesi comunitari non sembrano disponibili a concedere. Dalla Commissione spiegano che l'immigrazione «è la priorità delle priorità», ma «il solo modo per cambiare la situazione è cambiarla alla fonte, ovvero in Libia, Siria ed Iraq». L'operazione Triton di Frontex «è la risposta a quello che l'Italia ha chiesto», ma è anche un'operazione che può solo «dare assistenza», perché ha «un budget annuale di 19 milioni di euro, che non è sufficiente». Si pensi che Mare Nostrum costava all'Italia oltre 9 milioni di euro al mese.



L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati intanto esprime soddisfazione per l'approvazione alla Camera della proposta di legge che istituisce la Giornata della memoria e dell'accoglienza il 3 ottobre, giorno del naufragio di Lampedusa nel quale persero la vita 368 migranti e rifugiati.



«Riteniamo molto importante questo passo concreto verso la celebrazione ufficiale di una giornata della memoria e dell'accoglienza - ha detto Carlotta Sami, portavoce Unhcr per il Sud Europa - per ricordare tutte le vittime dell'immigrazione».



Di fronte alle centinaia di vittime di quest'anno, sottolinea Sami, «è fondamentale ribadire che non possiamo assuefarci a queste tragedie. È opportuno fare una seria riflessione sulla istituzione di

alternative legali ai pericolosi attraversamenti via mare. Queste morti possono essere evitate con un maggiore impegno internazionale nella ricerca e nel soccorso in mare».



La proposta di legge sulla Giornata della memoria dovrà affrontare ora il voto del Senato: l'Unhcr auspica che si possa arrivare presto all'approvazione definitiva, in modo tale che il 3 ottobre prossimo, secondo anniversario della strage di Lampedusa, si celebri ufficialmente la giornata della memoria e dell'accoglienza.



Intanto, intervistato dal Daily Telegraph, il britannico Graham Leese, che era consulente speciale per Frontex, sostiene che le organizzazioni criminali che gestiscono il traffico di esseri umani nel Mediterraneo avvertono in anticipo le autorità italiane «tramite delle soffiate» quando stanno per inviare barche cariche di migranti. Sempre secondo le sue parole, gli scafisti non mettono più la stessa quantità di carburante sulle imbarcazioni «sapendo che poi i migranti saranno recuperati».