Duplice omicidio a Milano, il killer aveva già ucciso tre persone a colpi di kalashnikov

Duplice omicidio a Milano, il killer aveva già ucciso tre persone a colpi di kalashnikov
Sabato 20 Settembre 2014, 19:51
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possibile che una delle due persone uccise nel corso di una sparatoria due giorni fa, a Milano, fosse soltanto un passante, che avrebbe tentato di resistere alla rapina della sua auto e non legato all'altra vittima, un albanese, e al connazionale di quest'ultimo, ora in carcere come presunto killer.









Questa è una delle ipotesi investigative dei carabinieri, i quali hanno scoperto anche che il presunto omicida, Kastriot Zhuba, è un «criminale di assoluto spessore», autore due anni fa di un triplice omicidio a colpi di kalashnikov in Albania.



E per lui oggi la Procura ha disposto un provvedimento di fermo con le accuse di duplice omicidio e tentato omicidio, dopo che le analisi hanno confermato che la pistola, che è stata trovata dentro la macchina con cui stava fuggendo, è la stessa che ha sparato quasi una ventina di colpi in totale quella sera. Allo stato, invece, da quanto si è saputo, non ci sarebbero elementi che collegano una delle due vittime, il muratore egiziano Ibrahim Sharara, 36 anni, con l'altro uomo ucciso, l'albanese Arben Kthella, e con quello rimasto ferito, il cugino di Arben, Mondi Kthella.



Questi ultimi due, tra l'altro, avevano precedenti per reati contro il patrimonio, mentre il manovale risulta incensurato. Ad ogni modo, mentre proseguono le indagini per ricostruire la dinamica di quel 'far west' che si è scatenato giovedì scorso poco dopo le 20 nel quartiere periferico di Bruzzano, gli inquirenti non escludono nemmeno che l'egiziano possa essere stato ucciso perchè da complice, che aveva deciso di aiutare il killer accompagnandolo in macchina, si era trasformato in un testimone oculare scomodo di un omicidio che l'albanese ha deciso di eliminare.



Nessuna certezza, dunque, sul punto, ma solo ipotesi al vaglio. Importante potrebbe essere la verifica sui tabulati telefonici per controllare se ci siano stati contatti tra i due prima di quella sera. Certamente era del muratore egiziano l'auto, un'Opel Corsa, con cui Zhuba è fuggito prima di essere bloccato dagli agenti della polizia stradale nell'area di servizio di San Zenone al Lambro, in provincia di Lodi. E proprio in Tribunale a Lodi, per competenza territoriale, stamattina si è tenuta l'udienza nella quale è stato convalidato il fermo dell'albanese (è rinchiuso da giovedì sera nel carcere milanese di San Vittore) per le accuse di detenzione e porto di armi da guerra (ha sparato con una Beretta calibro 9 con matricola abrasa), ricettazione dell'auto e resistenza a pubblico ufficiale.



Nel pomeriggio di oggi, invece, il procuratore aggiunto Alberto Nobili e il pm Elio Ramondini hanno firmato il provvedimento di fermo per quel duplice omicidio e quel tentato omicidio, maturati probabilmente nel contesto di un traffico di droga o dello sfruttamento della prostituzione. Agli investigatori l'uomo, 40 anni, aveva fornito un passaporto falso nel quale diceva di chiamarsi Stefan Paskali.



In realtà, i carabinieri del Nucleo investigativo hanno scoperto che su Kastriot Zhuba, suo vero nome, pendeva anche una mandato di cattura internazionale per un triplice omicidio commesso il 24 settembre del 2012: in quell'occasione aveva ammazzato un vicino di casa e i genitori di quest'ultimo. Nel frattempo, l'albanese rimasto ferito è stato sentito a verbale fornendo una ricostruzione che potrebbe anche risultare utile agli inquirenti. E si attendono gli esiti delle analisi balistiche per comprendere meglio quello che è successo tra piazza Giustino Fortunato e via della Marna, strada dove è stato ammazzato l'egiziano, una decina di minuti dopo i primi colpi esplosi verso i due cugini albanesi.



Si lavora anche sulle immagini delle telecamere della piazza, incrociando gli elementi che emergono con le dichiarazioni di alcuni testimoni. La richiesta di convalida del fermo e di custodia cautelare arriverà domani sul tavolo del gip che dovrà poi fissare l'interrogatorio.