Roma. Choc al S. Eugenio, scambiate le salme «Nella bara di mamma c'era un'estranea con i suoi vestiti»

Roma. Choc al S. Eugenio, scambiate le salme «Nella bara di mamma c'era un'estranea con i suoi vestiti»
di Veronica Cursi
Sabato 23 Agosto 2014, 08:10 - Ultimo agg. 08:12
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Uno scambio di salme. Due donne morte nello stesso ospedale che stavano per essere sepolte una al posto dell’altra. Senza avere addosso nemmeno i loro vestiti. E due famiglie costrette all’ulteriore supplizio di trovarsi a piangere per una madre non loro.



Non si tratta della macabra sceneggiatura di un film, ma di un’assurda realtà.



LA SCOPERTA

È il 19 agosto. Camera mortuaria dell’ospedale Sant’Eugenio. La bara di Annunziata Musolino, morta due giorni prima nel reparto di Medicina 1, sta per essere sigillata per sempre quando, prima del funerale, la famiglia decide di darle l’ultimo saluto. Una scelta che si rivelerà provvidenziale impedendo a un tragico errore di diventare irrimediabile. La figlia Livia insieme a sua sorella si avvicina alla bara della mamma, la guarda in faccia, vuole darle una carezza ma in un attimo rimane di sasso: «Vestita con gli abiti di sua madre c’e un’altra defunta. Una perfetta sconosciuta». È uno choc. Cosa è successo? La figlia decide di rivolgersi al responsabile delle vestizioni per avere spiegazioni ed ecco che oltre al danno arriva la beffa. «L’uomo - racconta Silvia ancora sconvolta - sostiene che quella è nostra madre, come se non la conoscessimo, dice che ci siamo sbagliate, che i morti cambiano. Mi sembra di vivere un incubo. I toni si alzano. Di fronte alla nostre proteste sempre lo stesso signore ci mostra i feretri nelle stanze circostanti. Sono tutte piene, tranne una. Mia madre non c’è. Secondo l’uomo quella è la riprova che nostra mamma è effettivamente la signora che si trova in quella bara».



SCAMBIO DI CARTELLINI

Nel frattempo nella camera mortuaria viene portata una salma. Ed ecco la scoperta: «Mamma Annunziata è in una bara con gli abiti di un’altra signora». Lo scambio di cadaveri viene a galla, insieme alla rabbia e all’indignazione dei parenti. Sono a pochi metri l’una dall’altra. Qualcosa non va per il verso giusto: «Forse c’è uno scambio di cartellini sulle salme, forse è fatale una disattenzione - racconta ancora Livia - fatto sta che in fretta e furia abbiamo dovuto fornire un altro cambio di abiti e attendere il giusto posizionamento dei feretri. Se non avessimo voluto vedere nostra madre prima del funerale ci saremmo trovati a piangere per tutta la vita un altro morto».



AVVIATA UN’INDAGINE

«Una vergogna - ripetono i familiari - che ora chiedono all’ospedale un risarcimento per i danni morali». Mentre dalla direzione sanitaria del Sant’Eugenio assicurano che «verrà fatta piena luce sull’accaduto». «È un evento increscioso - afferma il direttore sanitario Piera Spada - Siamo davvero addolorati per quello che è successo. Abbiamo subito avviato un’indagine interna per accertare le responsabilità». Ieri, appena saputo dello scambio delle due salme, il direttore si è immediatamente attivato per contattare i parenti delle due defunte: «È la prima volta che accade un fatto del genere, siamo ancora increduli». Ora bisognerà stabilire se il responsabile è un dipendente dell’azienda sanitaria o un impiegato delle agenzie funebri che operano all’interno.
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