Poco alcol e nessun lassativo nel sangue: lo rivelano i primi risultati delle analisi ematiche sul corpo di Domenico Maurantonio, il ragazzo padovano morto in gita a Milano precipitando dal quinto piano di un hotel. Si tratta dei test preliminari ma chiariscono che Domenico al momento della caduta aveva un tasso alcolemico inferiore a un grammo per litro di sangue. Un livello superiore al limite consentito per mettersi alla guida di un veicolo ma non così eccessivo come si sospettava. Secondo gli investigatori, difficilmente con un simile quantitativo di alcol il giovane avrebbe potuto perdere conoscenza e cadere dalla finestra. Quindi prenderebbe più consistenza l'ipotesi di una bravata, di uno scherzo terribile tra compagni di classe Quando il ragazzo è precipitato indossava solo una maglia e non gli indumenti intimi. Mutande e pantaloncini sono stati trovati vicino al suo corpo senza vita, come se qualcuno li avesse gettati. Il particolare è emerso dalla ricostruzione che inquirenti e investigatori stanno effettuando per chiarire la dinamica di quanto è avvenuto tra la sera dell'11 maggio e l'alba del giorno dopo, quando il 19enne padovano è caduto da quella finestra di certo «non in modo accidentale». E il fatto che siano stati trovati slip e calzoncini non molto lontano dal suo cadavere sembrerebbe avvalorare l'ipotesi di una goliardata tra compagni di classe finita tragicamente.
«MESSAGGIO INATTENDIBILE»
In questo senso va letto anche un messaggio inviato via WhatsApp, ritenuto però inattendibile in quanto frutto di un passaparola, che risalirebbe al 12 maggio e con il quale, un anonimo, probabilmente un dipendente dell'albergo, scrivendo ad un'altra persona, ha raccontato che quella notte i ragazzi del liceo di Padova si sarebbero «ubriacati da fare schifo», decidendo di fare «degli scherzoni sui corridoi dell'hotel», fino al punto da «defecare per il corridoio del quinto piano».
LE CONTRADDIZIONI DEI COMPAGNI
Gli unici elementi certi, finora, sono l'orario della morte collocato tra le 5.30 e le 7 di mattina e la caduta non accidentale. Il parapetto della finestra da cui lo studente è precipitato è alto 1 metro e 10 cm, cosa che fa supporre che Domenico debba o essersi sporto volontariamente o con l'aiuto di qualcun altro. A ciò si aggiungono i segni trovati sul braccio destro, la serata a base non solo di birra ma anche superalcolici, il ritrovamento di feci nel corridoio e il fatto che il giovane, prima di volare, si fosse sporcato. Gli investigatori continueranno a sentire i compagni di classe di Domenico: alcuni passaggi dei loro racconti presenterebbero incongruenze.