Elena Ceste, oggi il processo contro suo marito. Il pm: «L'ha uccisa e ha nascosto il cadavere»

Elena Ceste
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Mercoledì 1 Luglio 2015, 12:04 - Ultimo agg. 15:09
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ASTI - Prende il via questa mattina in Corte d'Assise, ad Asti, il processo nei confronti di Michele Buoninconti.



Arrestato lo scorso 29 gennaio, il vigili del fuoco di 47 anni, è accusato dell'omicidio e dell'occultamento del cadavere della moglie, Elena Ceste.



Il processo, a porte chiuse, si svolge con il rito abbreviato davanti al giudice Roberto Amerio. Buoninconti è assistito dagli avvocati Chiara Girola e Massimo Tortoroglio. L'uomo si è sempre dichiarato innocente.



Buoninconti è accusato di avere ucciso la moglie nel gennaio dello scorso anno e poi di avere finto che fosse scomparsa. Il corpo della vittima è stato ritrovato lo scorso 18 ottobre, dopo mesi di ricerche, nel canale di scolo del rio Mersa, a pochi chilometri dalla villetta di Costigliole d'Asti in cui la coppia viveva con i tre figli, oggi affidati ai nonni materni. In caso di condanna, Buoninconti con il rito abbreviato potrà contare sullo sconto di un terzo della pena. Il giudice Amerio ha convocato il pm Laura Deodato, che ha coordinato le indagini dei carabinieri di Asti, e, per la parte civile, gli avvocati Carlo Tabbia e Deborah Abate Zaro, che assistono la famiglia Ceste.



AMMESSE PARTI CIVILI È iniziato ed è stato subito sospeso il processo per la morte di Elena Ceste nei confronti del marito, Michele Buoninconti. Il giudice Roberto Amerio ha interrotto l'udienza per esaminare alcune eccezioni sollevate dai legali del vigile del fuoco, Chiara Girola e Massimo Tortoroglio. L'imputato, che assiste all'udienza a porte chiuse, appare molto dimagrito. Prima dell'interruzione sono state ammesse le parti civili. Oltre a quella della famiglia Ceste, rappresentata dagli avvocati Deborah Abate Zaro e Carlo Tabbia, è stata accolta anche la richiesta dell'associazione Penelope, onlus che si occupa di dare assistenza alle famiglie delle persone scomparse.



TABULATI TELEFONICI Ruota attorno ai tabulati telefonici la battaglia legale tra accusa e difesa alla prima udienza per l'omicidio di Elena Ceste in cui è imputato il marito Michele Buoninconti. Secondo quanto appreso, la sospensione si è resa necessaria per consentire al giudice Roberto Amerio di esaminare la richiesta dell'accusa di inserire tra le prove una nuova perizia sui tabulati telefonici, che collocherebbero l'imputato nei luoghi in cui è stato ritrovato il cadavere della moglie nei momenti della sua scomparsa. La difesa si è opposta a questa richiesta. «Cercheremo di smontare quelle che appaiono certezze per l'accusa», commenta l'avvocato Chiara Girola, che assiste Buoninconti con il collega Massimo Tortoroglia. «Ci aspettavamo quello che sta accadendo - si limita ad aggiungere quest'ultimo - la situazione è sotto controllo». Difende «l'integrità del fascicolo processuale», invece, Carlo Tabbia, legale di parte civile della famiglia Ceste. «Non possono restarne fuori - sostiene - tutti gli elementi che possono portare alla realtà». «Michele era tranquillo, apparentemente indifferente - conclude Deborah Abate Zaro, che assiste con Tabbia la famiglia Ceste -. Non ha incrociato lo sguardo dei genitori di Elena, che sono provati e sofferenti»