Peschereccio sequestrato in Libia, equipaggio si ribella e riprende il controllo. Sabato in Italia

Peschereccio sequestrato in Libia, equipaggio si ribella e riprende il controllo. Sabato in Italia
Venerdì 17 Aprile 2015, 09:03 - Ultimo agg. 18 Aprile, 17:27
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«Il peschereccio rientrerà a Mazara del Vallo, non prima di domani sera». Lo dice all'Ansa Vito Mazzarino, armatore dell'Airone, sequestrato da libici armati e ora in mano alla Marina militare, che ne ha preso il controllo.

«Il peschereccio - aggiunge l'armatore - sta navigando verso le acque italiane. Parlare col capitano è impossibile perché i militari vogliono i canali radio liberi». Prima che s'interrompessero le comunicazioni, il capitano, riferisce l'armatore, ha detto che i libici prima di abbandonare il peschereccio hanno sottratto i documenti della barca. «L'unica cosa che mi interessa è che l'equipaggio è salvo, ringrazio sempre la Marina militare e padre Pio», conclude l'armatore.

Il sequestro Secondo notizie apprese via radio, un libico sarebbe salito a bordo del motopesca per una perquisizione ma l'equipaggio si sarebbe ribellato rinchiudendolo nella stiva.

L'imbarcazione di Mazara del Vallo era partita dalla Sicilia con a bordo 7 marinai, di cui 3 siciliani e 4 tunisini.

Il peschereccio è stato sequestrato intorno alle 3.30 di stanotte, in acque libiche, a circa 90 chilometri a nord-ovest di Misurata, da un rimorchiatore («presumibilmente appartenente a forze di sicurezza libiche», ha detto lo Stato maggiore della Difesa) con a bordo uomini armati. Il peschereccio è della Maran snc. Il comandante è Alberto Figuccia.

«Il mio peschereccio si trovava in quella zona di mare assieme ad altre barche, una decina circa. A un certo punto è apparso un rimorchiatore, s'è affiancato al peschereccio e alcuni libici sono saliti a bordo, erano armati. A quel punto è scoppiato il caos». A ricostruire con l'Ansa l'abbordaggio del peschereccio Airone è l'armatore Vito Mazzarino, in contatto col capitano Alberto Figuccia. L'imprenditore racconta di aver parlato col capitano dell'Airone solo per pochi minuti. «Mi ha riferito quanto accaduto, era sconvolto. So che l'equipaggio sta bene, poi si è interrotto il contatto». «Non sappiamo ancora se quei libici fossero militari o gruppi organizzati armati - dice l'armatore - Il fatto che si trovassero su un rimorchiatore non ha insospettito l'equipaggio e invece poi è scattato il sequestro».

Il peschereccio era salpato da Mazara del Vallo cinque giorni fa per la pesca del gambero rosso, spiega l'armatore dell'Airone che in passato non aveva mai affrontato un sequestro. «Stava andando tutto bene, poi questa tragedia», dice. L'armatore fa già la conta dei danni. «È ovvio che dopo quanto accaduto, il peschereccio rientrerà a Mazara del Vallo - afferma - Il danno economico è notevole, mettere la barca in mare costa circa 50 mila euro e non so quali siano i danni all' attrezzatura, tra reti e cavi in acciaio, che vale altri 40 mila euro».

«Il comparto è in forte crisi - prosegue - Un tempo a Mazara c'erano 400 barche, ora sono una novantina e non c'è armatore che non sia in difficoltà economiche». «Spero che dopo quanto accaduto, il governo autorizzi la marina militare a proteggere con le navi i pescherecci italiani che vanno in mare» aggiunge Mazzarino. «Corriamo rischi enormi quando andiamo in acque internazionali e l'instabilità di paesi come la Libia aumenta in modo esponenziali i pericoli», conclude l'imprenditore.

Giovanni Tumbiolo, presidente del Distretto per la pesca Cosvap, stamani ha contattato il ministro dell'Agricoltura e pesca libico, Abdul Munam Dugman. «Lo stato di allerta - osserva - è massimo da quando l'ambasciata italiana è stata chiusa. Siamo preoccupati ma al contempo fiduciosi poiché il popolo libico è stato sempre vicino ai siciliani».

Prima del blitz i pescatori sono stati costretti a seguire i sequestratori proprio in direzione Misurata. L'allarme del sequestro è stato dato da un altro peschereccio che si trovava in zona e che ha avvertito la guardia costiera. Molti gli appelli lanciati nelle ultime ore a non andare a pescare in acque internazionali.

L'Airone potrebbe essere stato sequestrato per essere impiegato dai trafficanti di uomini che gestiscono i viaggi della speranza dei migranti.

Intanto alle 7.40 è iniziato lo sbarco nel porto di Pozzallo di 301 migranti che erano a bordo della nave Fiorillo, da ieri pomeriggio in rada. Gli extracomunitari sono rimasti nella notte a bordo, sono stati fatti scendere solo coloro che accusano malori e infortuni, perchè bisognava prima liberare il centro di prima accoglienza saturo per i due precedenti sbarchi. A bordo vi erano 236 uomini, 45 donne e 23 minori.

La polizia di Stato, in collaborazione con carabinieri e guardia di finanza, ha fermato un tunisino accusato di essere lo scafista dell'imbarcazione soccorsa da nave Fiorillo. Il provvedimento, emesso dalla Procura di Ragusa, ipotizza il favoreggiamento dell'immigrazione clandestino ed è stato eseguito dalla squadra mobile della questura.

Sono stati oltre 11 mila i migranti soccorsi nel Canale di Sicilia nell'ultima settimana (da venerdì scorso a ieri) da unità navali della Guardia Costiera e del dispositivo Frontex. Nella giornata di ieri sono stati raggiunti a ridosso delle acque libiche 4 gommoni e un barcone carichi di migranti. Gli interventi, coordinati dal Centro nazionale di soccorso della Guardia Costiera e ai quali hanno partecipato anche unità della Marina Militare, della Guardia di Finanza e due mercantili, hanno consentito di trarre in salvo 574 persone, trasferite in Italia.

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