Roma, ucciso da un bus a piazza Venezia: in un video la morte di Alex

Roma, ucciso da un bus a piazza Venezia: in un video la morte di Alex
di Adelaide Pierucci
Martedì 3 Marzo 2015, 08:22 - Ultimo agg. 08:33
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«Se la polizia non mi avesse rincorso e fermato io non avrei saputo nulla. Nemmeno per un attimo ho avvertito la sensazione di aver travolto qualcuno. Ora sono stravolto, disperato». E' sotto choc l'autista del bus di Roma Tpl che la notte tra venerdì e sabato ha travolto a piazza Venezia Alessandro Di Santo, un ventenne del quartiere Collatino schiacciato dal mezzo dopo aver fatto un cenno per salire a bordo.



La svolta nelle indagini e la verità sulla vicenda potrebbe arrivare nelle prossime ore con l'esame dei filmati estrapolati ieri dalle telecamere puntate sulla piazza.

«Forse mi ha rincorso - ipotizza l'autista - so solo che da regolamento non potevo arrestare la marcia fuori dall'area della fermata, ne' tantomeno aprire le portiere. Capita spesso che ci chiedano di fermarci fuori corsa, ma è assolutamente vietato». L'autista, che si è sfogato con alcuni colleghi e il suo legale, l'avvocato Guido Di Muro, ha assicurato: «Mai e poi mai avrei continuato la corsa in caso di investimento. Il pullman era pieno e neanche i passeggeri si sono resi conto di nulla. Neanche un urlo, nessuno ha chiesto che cosa fosse successo. Ho fatto tutte le altre fermate regolarmente, fino a via Nomentana dove sono stato fermato».







FILMATI E PERIZIE

Il sostituto procuratore Elena Neri, che indaga sul caso, per ora ha iscritto l'autista nel registro degli indagati con l'accusa di omicidio colposo escludendo l'omissione di soccorso. In attesa dei video, l'esame sul mezzo, subito sequestrato, ha rivelato che il giovane è stato colpito con la parte anteriore e poi travolto, come proverebbero alcune tracce rilevate dagli uomini della polizia scientifica. Per i genitori della vittima, ieri, è stata un'altra giornata di dolore. Il giorno dell'autopsia, nel pomeriggio, al policlinico Gemelli. In mattinata la madre del giovane, per essere messa al corrente della fissazione dell'esame autoptico, è stata convocata a piazzale Clodio, dove è arrivata sorretta da amici e parenti. «E' un incubo, un brutto incubo», singhiozzava. «Lo sapevano tutti che Alessandro era un bravo ragazzo, un ragazzo accorto, prudente», ha detto un familiare, «era uscito con altri quattro amici per partecipare a una festa di compleanno. Come è potuto succedere?». Alla vista del bus nella piazza solo tre ragazzi erano riusciti a salire a bordo. L'altro ragazzo, quello rimasto a piedi insieme ad Alessandro Di Santo, ha raccontato la sequenza della tragedia: «Ho visto il mio amico fare un cenno all'autista. Poi il pullman mi è passato davanti. Poi ho visto il corpo di Alessandro a terra».



LA PATENTE

Sull'incidente è stata aperta anche un'indagine interna della Roma Tpl, l'azienda per la mobilità locale. Al momento, però, non sarebbero stati rilevati gravi responsabilità dell'autista. Per il giovane, un trentenne che lavora per la società da anni, gli agenti della polizia locale non hanno proceduto neanche al ritiro della patente. L'avvocato Di Muro che assiste autista e società è stato chiaro: «Qui non ci troviamo di fronte a manovre azzardate. E neanche a un caso di guida in stato di ebbrezza, subito esclusa». Anzi, il legale ha chiesto gli esami tossicologici della vittima. «Per fugare ogni dubbio» ha specificato.

Anche i tre amici della vittima che erano riusciti a salire a bordo del bus non avrebbero sentito scossoni particolari. L'avvocato Alessandro Pruiti, che assiste la famiglia Di Santo, ha una convinzione: «L'autista potrebbe essersi reso conto dell'incidente. Il giovane è stato totalmente travolto dal bus, come ha confermato l'autopsia». La caccia ai testimoni intanto continua. La comitiva di Alessandro Di Santo ha fatto scattare il tam tam e fornito agli investigatori nomi e cognomi di altri turisti e passeggeri.