Studente svizzero morto: un colpo in testa oltre alla coltellata al cuore

Jonathan Lucas
Jonathan Lucas
di Marco De Risi e Sara Menafra
Venerdì 11 Aprile 2014, 08:31 - Ultimo agg. 08:43
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Ci sono ancora parecchi punti da chiarire nella morte di Jonathan Lucas, il 16enne di Losanna che fino a tre giorni fa scorrazzava allegro per Roma e marted sera stato ucciso da un’unica coltellata al cuore, mentre era nella sua stanza dell’ostello Domus Nascimbeni.



L’autopsia svolta ieri pomeriggio dal professor Fabio De Giorgio del Policlinico Gemelli ha svelato però un particolare nuovo e forse decisivo: oltre al segno della lama, sul corpo del ragazzo è ben visibile un colpo «al capo», una botta, che Jonathan Lucas potrebbe essersi procurato in molti modi. Nel corso di una colluttazione o di un gioco coi compagni di stanza (lo stesso che potrebbe aver portato, anche per errore, alla coltellata) oppure cadendo inavvertitamente sulla lama del «butterfly» che l’ha ucciso sul colpo. E’ proprio la presenza della botta alla testa che alimenta i dubbi su quanto è accaduto quella notte.



ESAME TOSSICOLOGICO

Gli altri ospiti dell’ostello hanno raccontato che al piano di Jonathan c’era molto rumore. Nella stanza del ragazzo, oltre agli altri tre che dormivano con lui, c’erano almeno altri sette o nove ragazzini. Alcuni di loro, nelle scorse ore, hanno ammesso che nel gruppo era abbastanza diffuso il consumo di marijuana. E dunque, tra gli accertamenti di queste ore sul corpo di Jon, potrebbe essere decisivo l’esame tossicologico.



NUOVI INTERROGATORI

Oltre ai sette che sono stati interrogati nelle prime ventiquattr’ore, ieri gli investigatori della Squadra mobile di Roma hanno sentito altri cinque giovani. Tutti nell’ambito del fascicolo per omicidio colposo, al momento senza indagati, aperto dalla procura minorile sotto la supervisione del procuratore Claudio De Angelis. Ai venti membri della scolaresca sono state prese le impronte digitali per confrontarle con le tracce sui tre coltelli trovati nella stanza di Jonathan, quello che l’ha ucciso e gli altri due. E’ certo che i ragazzi abbiano comprato le armi nel corso di una visita al centro della capitale, in un negozio o forse su una bancarella. Annullata la decisione presa nelle prime ore di lasciar ripartire il gruppo, ieri ai giovani è stato chiesto di tornare alla Domus Nascimbeni finché non sarà ricostruito definitivamente il quadro.



«PERCHÉ LO HAI FATTO?»

L’unico punto fermo resta la coltellata. Maledettamente precisa, profonda e netta fino a tagliare l’aorta e squarciare l’esofago. Gli accertamenti fatti ieri non escludono ancora la teoria della caduta accidentale. Il silenzio dei ragazzi sottoposti ad interrogatorio, però, fa temere ipotesi peggiori. Sulla pagina facebook di Jonathan qualcuno ha scritto un addio che sembra un’accusa: «Tu sapevi che quel gioco era pericoloso e allora perché? Perché lo hai fatto? È una lezione che dovrà servire a tutti, non voglio fare la morale come quando eri ancora con noi, non posso». Su internet e a Losanna si racconta di un ragazzo esuberante, una star del web, un giovane spigliato e comunicativo e a volte persino eccessivo. Difficile escludere che Jon non abbia saputo spaventarsi di un coltello come il «balisong papillon» con quella apertura a tre. Difficile, persino per gli adulti più esperti.



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