Tassista violentata, il fermato confessa: «Aspettavo il bus, poi ho avuto un raptus»

Tassista violentata, il fermato confessa: «Aspettavo il bus, poi ho avuto un raptus»
di Valentina Errante
Lunedì 11 Maggio 2015, 07:23 - Ultimo agg. 18:08
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Ha tentato di negare soltanto all'inizio, quando gli agenti l'hanno fermato, ma che fosse molto scosso è stato subito chiaro. Poi ha capito di essere stato incastrato e allora Simone Borgese, l'uomo accusato di avere violentato venerdì una tassista, ha chiesto di poter parlare e spiegare tutto. Al pm Eugenio Albamonte l'ha detto subito: «E' stato un raptus, non so cosa mi abbia preso». E non si è più fermato, per circa quattro ore ha raccontato cosa fosse accaduto in quella stradina di periferia. Mentre il magistrato continuava a chiedergli altri dettagli, gli agenti della squadra mobile avevano già mostrato le foto segnaletiche del ”sospetto” alla vittima dell'abuso.

LA CONFESSIONE
La tassista non ha avuto dubbi: «E' lui». Simone Borgese ha confessato subito, quasi in lacrime: «Pensi che volevo prendere l'autobus». L'uomo, 30 anni, ha precedenti per furto di carburante, dice anche di avere una denuncia per maltrattamenti in famiglia da parte dell'ex moglie, ma dall'archivio del Viminale non risulta. Una bambina di 7 anni e un lavoro da cameriere "a chiamata" nei ristoranti. Adesso è accusato di violenza sessuale, rapina e lesioni.

«Stavo aspettando l'autobus che non arrivava. Era un pezzo che stavo lì. Ho visto quel taxi e l'ho fermato. Volevo tornare a casa. Quando siamo arrivati, ho fatto un balzo in avanti con la scusa di controllare il tassametro. Non so cosa mi sia preso. E' stato un raptus. Non riesco a spiegarmi quello che ho fatto. Non avevo minimamente immaginato che potesse finire così. Quando siamo quasi arrivati a casa mia - continua Borgese nella sua confessione fiume - ho detto alla donna di girare per un'altra strada, sapevo che lì c'era un viottolo sterrato. Con la scusa di guardare il tassametro, mi sono sporto in avanti, l'ho colpita, ho scavalcato il sedile e l'ho costretta a un rapporto orale. Poi ho preso i soldi e sono scappato». Borgese è scosso e l'inchiesta conclusa.
L'INCHIESTA
Coincide tutto. Non c'è neppure un dettaglio che contraddica la denuncia della vittima. Un'ombra su quest'indagine che sembra già chiusa in poco più di 48 ore. Il pm Albamonte ha già firmato la richiesta di convalida e di misura cautelare in carcere. Il giudice deciderà nei prossimi giorni. Non è escluso che l'avvocato del tassista, Vincenzo Daniele Mistretta, possa chiedere un patteggiamento o comunque il ricorso a un rito alternativo.

I RACCONTI
Intanto mentre Borgese viene trasferito in carcere sono le altre tassiste a raccontare le loro storie. «Proprio una settimana prima mi è capitato di far salire in macchina un cittadino straniero, probabilmente del Bangladesh, si è fatto accompagnare a Santa Maria del Soccorso - ricorda la donna - durante il tragitto ha fatto diverse telefonate e io già temevo che mi potesse accadere qualcosa. All'arrivo ho visto che c'erano tre uomini ad aspettarmi, uno di questi, approfittando del finestrino abbassato, mi ha messo la mano sulla maglietta. Io prontamente ho inserito la prima e sono andata via di corsa». Accanto a lei una collega che da vent'anni guida taxi nella Capitale. La donna dice di aver subito più volte palpeggiamenti da parte di clienti: «Mi è capitato con le persone più insospettabili - dice - una volta con un sessantacinquenne che avevo preso all'aeroporto e l'ultimo pochi giorni fa da un uomo che aveva proprio un aspetto perbene».

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