Terremoto in Emilia. «Possibile causa l'estrazione di petrolio in zona»

Terremoto in Emilia. «Possibile causa l'estrazione di petrolio in zona»
Sabato 12 Aprile 2014, 09:56 - Ultimo agg. 10:07
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ROMA - Tra le cause dei terremoti che hanno colpito l'Emilia Romagna il 20 e il 29 maggio 2012, uccidendo 27 persone e causando centinaia di feriti, non si pu escludere l'estrazione petrolifera in zona.



Sarebbero le conclusioni attese e non ancora pubblicate del rapporto realizzato dalla commissione Ichese, anticipate dalla rivista Science. La commissione è stata istituita dal Commissario per il terremoto, d'intesa col Dipartimento della Protezione Civile per valutare le possibili relazioni tra esplorazione ed estrazione di idrocarburi in Emilia Romagna e i due terremoti, rispettivamente di magnitudo 5.9 e 5.8. Science cita fonti che conoscono lo studio, secondo le quali «il rapporto sarebbe stato presentato alla Regione Emilia-Romagna, almeno un mese fa».



Secondo le stesse fonti «i politici sia a livello regionale sia nazionale sarebbero preoccupati per gli effetti e starebbero ritardando la pubblicazione». Il rapporto, spiega Science, esclude che il deposito di gas naturale sopra la faglia geologica attiva nei pressi di Rivara nella valle del Po possa aver causato i terremoti perchè le trivellazioni dovevano ancora iniziare quando questi si sono verificati. Invece, secondo la rivista, il rapporto «punterebbe l'indice su un altro sito: il giacimento di petrolio di Cavone, gestito da Gas Plus».



Science sostiene di aver visto le conclusioni del rapporto, nelle quali ci sarebbe scritto che «non può essere escluso che le attività di estrazione nel sito potrebbero aver innescato il terremoto del 20 maggio, il cui epicentro è a 20 chilometri di distanza». Una nota congiunta di Commissario per il terremoto, Dipartimento della Protezione Civile e Ministero dello Sviluppo Economico rileva invece che «il rapporto, consegnato a metà febbraio, sottolinea come sia necessario, per escludere o confermare l'ipotesi di un legame causale tra le estrazioni di idrocarburi nella località Cavone e i fenomeni di sismicità dell'area, approfondire gli studi».



Sempre oggi il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, ha annunciato che «ci sarà la pubblicazione integrale di tutto il lavoro fatto in modo che nessuno possa dire che su questa come su altre vicende delicatissime si voglia nascondere qualcosa». Science sottolinea che le variazioni di stress e pressione nella crosta terrestre causate dall'estrazione del petrolio e dall'iniezione di fluidi per migliorare il flusso non sono sufficienti da sole a innescare un forte terremoto.



Tuttavia, prosegue la rivista, non si può esclude che i cambiamenti indotti nella crosta da queste attività, «potrebbero aver 'risvegliatò una faglia attiva che ha causato il terremoto del 20 maggio che a sua volta, alterando ulteriormente lo stress della crosta, potrebbe aver innescato l'evento 29 maggio». L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), contattato dall'ANSA, ha detto di non avere alcun elemento per poter rilasciare commenti in merito al rapporto, in quanto questo «non è stato pubblicato».




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