Vatileaks 2, slitta il processo in Vaticano: Roma indaga Chaouqui e marito

Vatileaks 2, slitta il processo in Vaticano: Roma indaga Chaouqui e marito
Lunedì 14 Dicembre 2015, 18:39 - Ultimo agg. 1 Dicembre, 08:44
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Il processo in Vaticano per la fuga dei documenti riservati slitta di una settimana, al 7 dicembre, vigilia dell'apertura della Porta Santa da parte del Papa, per i termini a difesa concessi su richiesta del nuovo difensore di Francesca Immacolata Chaouqui, l'avvocato Laura Sgrò. Ma intanto la lobbista italo-marocchina è indagata anche dalla Procura di Roma, insieme al marito Corrado Lanino, per la vicenda legata alla compravendita del castello di San Girolamo, a Narni. Il procedimento è stato avviato sulla base degli atti giunti per competenza dalla Procura di Terni, che indagava per i reati di estorsione e intrusione informatica. Nell'ambito dell'inchiesta dei magistrati ternani sul dissesto della Curia locale e su una serie di operazioni immobiliari, intercettazioni telefoniche hanno portato all'iscrizione della Chaouqui e del marito. Dagli accertamenti sarebbero poi emerse possibili intrusioni in computer legati al Vaticano. A Roma il fascicolo è affidato ai pm Stefano Pesci e Nicola Maiorano. Intanto, la seconda udienza del processo 'Vatileaks 2', che oggi avrebbe dovuto vedere gli interrogatori di mons. Lucio Vallejo Balda, ex segretario della Commissione Cosea sulle finanze vaticane, e della stessa Chaouqui, è durata meno di un quarto d'ora. Registrata la presenza di tutti e cinque gli imputati - oltre a Vallejo e Chaouqui l'ex collaboratore della Cosea, Nicola Maio, e i due giornalisti Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi - il presidente Giuseppe Dalla Torre ha comunicato che l'avv. Sgrò, nominata di fiducia dalla Chaouqui dopo la revoca del precedente difensore Agnese Camilli, aveva chiesto un rinvio di almeno cinque giorni per studiare le carte e proporre i propri atti difensivi. Non avendo il promotore di giustizia Gian Pietro Milano fatto opposizione, il Tribunale - dopo dieci minuti di camera di consiglio - ha concesso i termini a difesa richiesti, fissando a sabato 5 dicembre la scadenza per il solo avvocato Sgrò per proporre prove e testimoni a discarico e a lunedì 7 la nuova data per l'inizio del dibattimento. «Non capisco niente. Non c'è una prova contro di me. Dobbiamo scoprire in questi cinque giorni perchè sono qua», ha dichiarato a caldo la pierre, oggi in abito nero, stivaletti con tacco, truccata e fresca di parrucchiere - in aula non si è seduta vicino a mons. Vallejo, suo ex amico e ora su fronti opposti - imputata come una dei presunti «corvi» che hanno fornito le carte per i libri di Nuzzi e Fittipaldi. «Oggi vedere Balda sorridere e non vergognarsi di quelle bugie che ha scritto mi ha disgustato più delle bugie stesse», ha poi postato su Facebook. Il riferimento è al memoriale scritto in cella da mons. Vallejo, allegato agli atti del processo, in cui il prelato spagnolo confessa i suoi rapporti, anche carnali, con la Chaouqui, oltre a esprimere una serie di preoccupazioni sui suoi legami: «lei era dei servizi segreti». Tra i passaggi dell'indagine 'Vatileaks 2' - apprende l'ANSA - c'è quello che il 31 ottobre scorso, giorno in cui Chaouqui è stata convocata in Vaticano per l'interrogatorio, cui poi è seguito l'arresto, la donna avrebbe avuto una crisi, che ha fatto sì che fosse chiamato un medico per sottoporre la donna a una visita sul suo stato psichico: l'esito è stato che le condizioni dell'indagata consigliavano che lei fosse dapprima ospitata in una casa di suore e poi rimessa in libertà, poichè in uno stato di detenzione potevano esserci pericoli per la sua stessa persona. Su mons. Vallejo e sul suo arrivo in Vaticano si è appreso invece che all'origine, durante la visita di papa Benedetto XVI a Madrid per la Gmg 2011, c'è la richiesta del card. Tarcisio Bertone all'arcivescovo di Madrid Antonio Maria Rouco Varela se in Spagna avessero un buon amministratore.

Il cardinale iberico fece proprio il nome di Vallejo, che tra l'altro aveva contribuito alla gestione economica della stessa Gmg. Bertone lo fece poi venire a Roma, presentandolo prima al card. Giuseppe Versaldi, presidente della Prefettura degli Affari economici, che ne ebbe un'ottima impressione, e poi a Benedetto XVI per la nomina come segretario della Prefettura. Nei mesi scorsi si sapeva poi oltre le Mura leonine che Vallejo aveva preso ad andare al Collegio spagnolo per allenarsi con un istruttore in arti marziali: a quanto pare ci andava sempre accompagnato da un uomo, una sorta di scorta personale. Tanto che a un certo punto il Collegio, non gradendo, gli ha chiesto di non andare più. Intanto - apprende sempre l'ANSA - sarebbe pronto per Vallejo un posto in un monastero in Spagna, non lontano dalla sua ex diocesi di Astorga. L'idea è che vi trascorra almeno cinque anni in preghiera ed espiazione.

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