Ricatti sessuali al parroco dal sacrestano: il pagamento con le offerte dei fedeli

Ricatti sessuali al parroco dal sacrestano: il pagamento con le offerte dei fedeli
di Claudia Guasco
Giovedì 29 Gennaio 2015, 18:28 - Ultimo agg. 23:01
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E' una storia di festini a luci rosse, di filmati compromettenti, di prove scottanti che sarebbero state fatte sparire attingendo alle casse del santuario mariano. Il parroco del Duomo di Vigevano è parte offesa in un'inchiesta su ricatti a sfondo sessuale, proprio all'indomani dell'apertura davanti al tribunale di Pavia del processo per i ricatti hard all'ex rettore del santuario della Madonna della Bozzola di Garlasco, al quale questo nuovo filone d'indagine sarebbe in parte collegato.



TELEFONATE HARD Il canonico, don G. P., 73 anni, avrebbe ricevuto una richiesta estorsiva per mille euro da un egiziano di 35 anni, M. I. M., sacrestano di un altro sacerdote e già indagato di recente per tentata estorsione ai danni di un terzo prete di Mortara. M. sosteneva di essere al corrente dell'esistenza di registrazioni di telefonate imbarazzanti tra il parroco del Duomo e alcuni romeni, accusati di aver ricattato per anni l'allora rettore del santuario lomellino don G. V. e il suo collaboratore don P. R. Un'estorsione che avrebbe fruttato centinaia di migliaia di euro. La richiesta di denaro a don P. era finalizzata a far sparire il computer in cui sarebbero custoditi i file. Le indagini avrebbero appurato che in realtà le registrazioni non esistono, ma l'egiziano avrebbe cercato di speculare su conversazioni hard realmente avvenute e di cui era a conoscenza.



L'INTERMEDIARIO I romeni finiti in manette nel giugno scorso sono F. A. S., 33 anni disoccupato, e F. T., 22 anni, già condannato per furto di batterie usate. Avevano architettato un ricatto parecchio fruttuoso: ottenere denaro da don V., minacciandolo di diffondere telefonate e filmati relativi a festini gay spedendo il materiale alle Iene. Per evitare lo scandalo don V. doveva versare 250 mila euro, soldi che gli investigatori sospettano provenissero dal santuario della Madonna del Bozzolo di Garlasco, esattamente dalle cassette nelle quali i fedeli lasciano le offerte. Dopo un anno di ricatti, i due romeni chiedono altri 250 mila euro. Stavolta, sostiene l’accusa, ci si è messo di mezzo anche un altro sacerdote come intermediario: don P. S., 35 anni, promotore di giustizia del tribunale diocesano di Vigevano. Gli inquirenti hanno scoperto che uno dei due romeni ha fatto almeno due viaggi a Roma per parlare con don S. Per incassare il denaro i due ricattatori si travestono da prete: incontrano don V. e don S., ma ad attenderli ci sono anche i carabinieri che li arrestano. Dalle indagini è emerso che non esisteva un video, ma alcuni file audio relativi a telefonate compromettenti. Don V., allontanato da Garlasco ufficialmente per motivi di salute, non è accusato di reati: agli incontri infatti non partecipavano minori.