Bruxelles, spari al museo ebraico, 3 morti e un ferito alla vigilia del voto: un uomo fermato

la foto choc delle vittime dell'attentato (foto da Twitter)
la foto choc delle vittime dell'attentato (foto da Twitter)
Sabato 24 Maggio 2014, 17:16 - Ultimo agg. 25 Maggio, 20:42
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di almeno tre morti e un ferito grave il bilancio di un attentato antisemita oggi al museo ebraico di Bruxelles, nell'elegante quartiere centrale del Sablon, quello degli antiquari (con un famoso mercatino nel fine settimana), delle gallerie d'arte e dei bar alla moda. Sulla matrice antisemita dell'attacco, alla vigilia delle elezioni europee e politiche in Belgio, i dubbi sono davvero pochi, dato che almeno due delle vittime - una giovane donna con in mano un depliant del museo, fotografata in un bagno di sangue, e un uomo di mezza età - sono stati uccisi all'interno del museo.

Sono state colpite al viso e alla gola le persone uccise nella sparatoria al museo ebraico di Bruxelles. È quanto emerso dalla conferenza stampa della Procura della capitale belga. Tre le persone decedute, due donne e un uomo, mentre un quarto uomo si trova in ospedale in gravi condizioni.

Uno dei primi a giungere sul luogo del dramma è stato il ministro degli esteri Didier Reynders, che si trovava a pochi metri dalla rue des Minimes, e ha immediatamente twittato: «Scioccato per gli omicidi commessi al museo ebraico, penso alle vittime che ho visto sul posto e alle loro famiglie», ha scritto. Pochi minuti dopo, sempre su twitter il premier Elio di Rupo, si è detto «molto scioccato dagli eventi di Bruxelles».

La prima a sposare la tesi dell'attentato antisemita è stata il ministro dell'interno Joelle Milquet, un'ipotesi poi confermata dal sindaco della capitale, Yvan Mayeur, secondo cui «è probabilmente un atto terroristico», mentre «la polizia è su una pista che ci sembra seria».

Immediata la condanna del premier Matteo Renzi: «è inaccettabile che una simile barbarie avvenga nel cuore dell'Europa in un momento così delicato per il nostro progetto comune». Per il vicepresidente della Commissione Ue Antonio Tajani, «L'antisemitismo è un male che deve essere estirpato dall'Europa. Sono vicino alle comunità ebraiche di Bruxelles e Roma».

Secondo i principali quotidiani belgi online, da Le Soir alla Libre, passando per La Dernière Heure, la polizia ha arrestato un sospetto non molto dopo l'attentato, verificatosi intorno alle 15:50 (locali ed italiane). Non è chiaro però se si tratta di uno degli attentatori. Secondo le prime ricostruzioni, ancora confuse ed incomplete, a sparare sarebbero state una o due persone, giunte a bordo di un'Audi nei pressi del museo ebraico in rue des Minimes. Dopo aver parcheggiato in seconda fila, il passeggero ed il conducente sarebbero usciti dalla macchina e almeno uno dei due avrebbe aperto il fuoco prima di rimontare rapidamente sulla vettura e darsi alla fuga.

Il presidente del concistoro ebraico belga, Julien Klener, ha riferito che «non si sono state minacce recenti al museo ebraico». La pensano diversamente altri esponenti della comunità ebraica belga. «C'è stata una liberalizzazione del verbo antisemita. Questo è l'inevitabile risultato di un clima che distilla l'odio», ha dichiarato a Le Soir il presidente della Lega belga contro l'antisemitismo (Lbca), Joel Rubinfeld, aggiungendo che la sparatoria di oggi «purtroppo doveva succedere». «È un atto terroristico ha aggiunto - l'assassino è deliberatamente entrato in un museo ebraico». Sulla stessa linea il Congresso ebraico mondiale, l'organizzazione con base a New York che rappresenta le comunità ebraiche di 100 Paesi. Parlando di shock ed orrore, ha definito l'attacco «un atto di terrore atroce chiaramente mirato a colpire membri della comunità ebraica».

«Due anni dopo Tolosa (con l'attacco ad una scuola ebraica da parte di Mohammed Merah, ndr.) e alla vigilia delle elezioni europee - ha aggiunto il presidente Ronald Lauder - questo spregevole attacco rappresenta un altro terribile monito del tipo di minacce che gli ebrei in Europa si trovano ancora ad affrontare».

Non è la prima volta che Bruxelles è vittima di un attentato antisemita. Il 18 settembre 1982, poco dopo l'attacco parigino di Rue des Rosiers (6 morti e 20 feriti), e tre settimane prima di quello che costò la vita al piccolo Stefano Gaj Tachè alla sinagoga di Roma, il tempio brussellese di Rue de la Regence, non lontano dalla rue des Minimes, fu teatro di una sparatoria. Un uomo armato di mitraglietta aprì il fuoco proprio quando i fedeli uscivano dal tempio: ci furono quattro feriti di cui due gravi».

Le reazioni. «Ne ho viste tante, ma vi assicuro che questa volta è stato più orribile che mai». Il ministro degli Esteri belga Didier Reynders, ancora sotto shock, è stato uno dei primi ad accorrere sulla scena della strage. Un angolo tranquillo nel cuore della capitale belga, a pochi passi da una delle piazze più famose e visitate dai turisti, quella del Grand Sablon, che in una manciata di minuti si è trasformato nel teatro di un crimine come in Belgio non se ne vedevano dalla fine degli anni '80. Cioè da quando una banda di cui si cercano ancora i componenti entrava nei supermercati sparando senza pietà sui clienti.

Reynders e la moglie erano seduti a uno dei tanti tavoli dei locali che si affacciano sulla piazza, a meno di 100 metri dalla sede del museo ebraico. «Ad un certo punto ho visto una donna con un bambino correre verso di noi e chiedere aiuto - ha riferito - perchè aveva sentito il rumore di colpi di arma da fuoco provenire dal museo. Sono corso lì e mi sono trovato davanti a due corpi al suolo in prossimità dell'ingresso. Ho chiamato i soccorsi e ho aspettato sul posto che arrivassero. È stata un'esperienza terribile». Rue de Minimes, una piccola strada frequentata soprattutto dagli appassionati di oggetti d'arte antichi - molte le botteghe prima e dopo l'ingresso del museo ebraico che si trova al numero civico 21 - parte proprio dalla piazza del Grand Sablon, famosa per il mercatino dell'antiquariato che si tiene ogni weekend, ma anche per una delle più alte concentrazioni di cioccolaterie del pianeta. Nel mezzo della piazza doveva svolgersi una maratona jazz che è stata immediatamente annullata. Le forze dell'ordine hanno reso inaccessibile la zona a curiosi e giornalisti. Ma le tante persone che nel corso del pomeriggio si erano raccolte nella piazza anche per godere della giornata di sole si sono trattenuti, con i volti segnati dallo sgomento per un atto così efferato, per mostrare la loro solidarietà con le vittime. «È difficile immaginare, anche in base alle sue modalità, che non si sia trattato di un attacco terroristico antisemita», ha detto Reynders. Alcuni testimoni hanno riferito particolari che raccontano di un'azione ben congegnata e preparata: un'auto che si ferma in doppia fila davanti all'ingresso del museo, un uomo che scende dall'auto con due borse, entra e ne riesce poco dopo per ripartire sull'auto in attesa. Qualcuno tra i testimoni avrebbe preso la targa della macchina utilizzata dagli attentatori. «Speriamo che le indagini diano presto dei risultati», ha aggiunto il ministro. E intanto tra i politici accorsi sul posto - domani in Belgio si vota per le europee ma anche per le elezioni politiche nazionali - c'è chi punta il dito contro il moltiplicarsi degli attacchi verbali antisemiti e alla sottovalutazione delle loro conseguenze.

«I morti e i feriti dell'attentato di Bruxelles sono anche i nostri morti e i nostri feriti. Le false ragioni della violenza e il circuito cieco dell'odio non si riconoscono in alcun valore e non esiste ragione al mondo che possa consentire tutto questo». Lo dichiara il ministro dell'Interno, Angelino Alfano. «Ci uniamo al dolore delle famiglie per gli scomparsi, siamo vicini ai feriti, ai loro cari e alla popolazione, nella convinzione che l'Europa, e non solo l'Europa, vada salvaguardata dai focolai di violenza che si nascondono, talvolta anche dietro le parole. Confidiamo, dunque - conclude Alfano - che presto sia fatta chiarezza sui gravissimi fatti avvenuti».

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