Grecia, trionfa Syriza: il partito di Tsipras vince con il 36%. Ma mancano 2 seggi alla maggioranza

Grecia, trionfa Syriza: il partito di Tsipras vince con il 36%. Ma mancano 2 seggi alla maggioranza
Domenica 25 Gennaio 2015, 18:11 - Ultimo agg. 26 Gennaio, 07:22
6 Minuti di Lettura

Trionfo di Syriza in Grecia. Il partito di sinistra di Alexis Tsipras, che ha basato la sua campagna elettorale sul no all'austerity e sulla richiesta di rinegoziare il debito greco con i creditori internazionali, ha vinto le elezioni politiche.

In base allo spoglio dei voti, quando sono stati scrutinate oltre 18mila sezioni su 19.509, Siryza è al 36,4% e avrebbe 149 seggi in parlamento, due in meno della maggioranza assoluta (151 seggi su 300). Nea Deimokratia del premier uscente conservatore Antonis Samaras è invece al 27,8%. Dietro Syriza e Nea Dimokratia, l'estrema destra Alba Dorata con il 6,3% dei voti. Quarto il partito di centrosinistra Potami, con il 6%, poi i comunisti e gli indipendenti di Anel, possibile alleato di Syriza per formare il governo, intorno al 5%.

«Oggi il popolo greco ha fatto storia». Sono state le prime parole di Tsipras dopo i risultati del voto. «Chiudiamo il circolo vizioso dell'austerità», ha aggiunto. «I greci hanno mostrato la strada del cambiamento all'Europa», ha detto ancora Tsipras, parlando di «nuova Europa basata sulla solidarietà» e definendo la troika «una cosa del passato. Il voto contro l'austerità è stato forte e chiaro».

«Voglio rassicurarvi che il nuovo governo greco sarà pronto a collaborare con tutti gli amici europei» per far «ritornare l'Europa nella stabilità e nella crescita», ha poi sottolineato il leader di Siryza.

«Cittadini di Atene, di Atene, la Grecia oggi ha voltato pagina», ha insistito il premier greco in pectore davanti all'Università di Atene, tra le urla di migliaia di persone che lo aspettavano. «È tornata la speranza, la dignità, l'ottimismo». Tsipras ha ringraziato le delegazioni di tutta Europa venite a sostenere i greci: «È una cosa senza precedenti».

«Oggi torna il sorriso sul viso dei greci», ha affermato ancora Tsipras. «Il sole della giustizia, della dignità, della democrazia. Continuiamo insieme questa lunga e bella lotta. Insieme vinceremo».

Il trionfo di Siryza potrebbe avere un effetto sismico sulle politiche economiche dell'Ue e persino sull'intero percorso europeo nei prossimi anni. «La Speranza ha vinto», ha scritto Syriza sull'account Twitter del partito, cambiando il vincente slogan pre-elettorale «La Speranza arriva». Il voto respinge seccamente le politiche del rigore, che dall'inizio della crisi e soprattutto dalla firma del Memorandum tra Grecia e troika hanno fallito nel loro obiettivo di creare sviluppo e occupazione, volute dal governo del premier Samaras, con il sostegno del Pasok di Evangelos Venizelos. Che ora vedono ombre nere sul proprio futuro politico.

«È una vittoria storica. È la vittoria del popolo che si è mobilitato contro l'austerità». È questo uno dei primo commenti dei responsabili di Syriza raccolto dalla stampa presente al quartier generale di Tsipras.

Il premier greco uscente Samaras ha chiamato Tsipras per riconoscere la sua sconfitta e congratularsi per la vittoria.

Matteo Renzi, secondo quanto riferito all'emittente privata Mega Tv da un parlamentare di Syriza, è stato il primo rappresentante di un governo straniero a congratularsi con Tsipras, subito dopo la pubblicazione degli exit poll. Ma fonti di Palazzo Chigi hanno smentito. «Siamo convinti che Tsipras saprà sfruttare al meglio il risultato elettorale raggiunto, per il bene della Grecia e per consolidare in Europa il percorso per la crescita cui ha lavorato il governo Renzi in questi mesi», afferma la vicesegretaria del Pd Debora Serracchiani.

Alba Dorata, il partito xenofobo di aperte simpatie naziste, nonostante abbia tutta la sua leadership in carcere (dove ha votato) e sia stato sconquassato da inchieste penali per aver costituito un'organizzazione criminale, conquista abbastanza voti da diventare la terza forza del Paese. Se si dovesse arrivare alla necessità di creare una coalizione, e fallissero i tentativi di Syriza e Nea Demokratia, la palla passerebbe a Nikos Michaloliakos (tuttora detenuto). Il presidente Karolos Papoulias, fanno sapere fonti informate, in quel caso gli darebbe l'incarico per telefono.

Ma la notte appartiene comunque a Syriza e al suo messaggio dirompente di cambiamento. Alla notizia dei primi exit poll, che davano il partito a una percentuale fino al 39.5%, la folla pro-Syriza assiepata in piazza Klathmonos, nel centro di Atene, è esplosa in un boato, e poi in canti, slogan e balli. Ad Arta, villaggio da dove viene la famiglia di Tsipras, la folla è scesa in strada a ballare.

Resta fuori dal parlamento il Movimento dei socialisti democratici (Kinima) dell'ex premier Giorgos Papandreou (che a caldo dice che «nessun partito, anche se ha la maggioranza assoluta, può affrontare questa crisi da solo»), mentre emerge come possibile partner di Syriza il partito Potami, che con il suo leader Stavros Theodorakis condivide il rigetto del Memorandum, ma poco altro. Prima del voto anche i socialisti del Pasok (poco sotto il 5%) avevano segnalato disponibilità condizionata a entrare in una coalizione.

Se venissero confermati i risultati, Syriza guadagnerebbe 10 punti percentuali rispetto alle elezioni politiche del 2012, quando ottenne il 26.89%, piazzandosi come secondo partito dietro Nea Dimokratia. Proprio il partito di centrodestra dell'attuale premier scenderebbe invece dal 29.66% del 2012 alla forbice attuale compresa tra il 23 e il 27%.

Alleandosi con Syriza, il partito di centro sinistra To Potàmi (il Fiume), marcatamente europeista, potrebbe rappresentare l'ago della bilancia per la costituzione di un governo di coalizione in questo cruciale momento della politica greca. To Potàmi non ha neanche un anno di vita ma ha già bruciato importanti tappe: fondato il 26 febbraio del 2014 da Stavros Theodorakis, 52 anni, noto giornalista investigativo (divenuto popolarissimo con la trasmissione "Protagonisti" condotta prima sulla Tv statale greca e poi sull'emittente privata Mega), alle europee ha ricevuto a sorpresa il 6,61% delle preferenze e ottenuto due eurodeputati aderendo poi al gruppo dell'Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici.

«Il popolo greco ha deciso chiaramente di dire basta all'austerità e ai diktat della Troika, chiedendo un nuovo governo capace di portare avanti politiche miranti alla crescita e a una maggiore giustizia sociale. A questo punto, la rinegoziazione del debito Greco, e in particolare l'estensione dei termini del programma di rientro, non deve essere più considerata come un tabu». Lo afferma Gianni Pittella, presidente del gruppo dei Socialisti europei al Parlamento europeo.

Il voto dei quasi dieci milioni di greci chiamati è destinato a avere forti riflessi su tutta l'Unione euroea. Tsipras, l'uomo che nel 2004 ha unito la frammentata sinistra greca in un partito, ha convinto gran parte dei greci, schiacciati dalla crisi economica, che il tempo dell'austerità debba finire.

Uno stop ai sacrifici che però contiene anche e soprattutto il rigetto degli accordi stretti tra il suo predecessore, il conservatore Samaras, e i creditori internazionali. E che per questo genera preoccupazione tra i fautori europei del rigore, favorevoli a una continuazione dell'attuale fase politica. Una vittoria della sinistra, dicono, potrebbe mandare la Grecia al fallimento e farla uscire dall'Eurozona. Un'ipotesi però smentita seccamente dallo stesso Tsipras, che pensa che si possa arrivare a un accordo ragionevole.

Tsipras, 40 anni, ingegnere civile ed ex esponente del partito comunista Kke, diventato noto in Grecia quando si è candidato senza successo come sindaco di Atene nel 2006. Inizialmente seguito soprattutto dall'elettorato giovanile, è riuscito poi ad allargare i consensi ai ceti più colpiti dalla crisi.

Sulle elezioni greche c'è anche un occhio italiano particolarmente interessato: quello della "Brigata Kalimera", un nutrito gruppo di oltre 250 persone composto da varie anime della sinistra italiana, giunta ad Atene per sostenere Syriza. Ma anche per imparare ed eventualmente usare anche in Italia la 'ricetta Tsipras' per una sinistra di massa e vincente.

«Elezioni in Grecia, un bello schiaffone all'Unione Sovietica Europea dell'Euro, della disoccupazione e delle banche. Adesso tocca a noi! Purtroppo, per colpa di Monti, Letta e Renzi, se Tsipras non pagherà una parte del debito, a rimetterci saranno gli italiani». Così il segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini sulle elezioni in Grecia.