Grecia, Tsipras chiede 7 miliardi subito. Juncker: torniamo a negoziati

Grecia, Tsipras chiede 7 miliardi subito. Juncker: torniamo a negoziati
Martedì 7 Luglio 2015, 14:26 - Ultimo agg. 8 Luglio, 08:44
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Sette miliardi di euro al più presto, possibilmente entro le prossime 48 ore, per fare fronte all'emergenza, cioè ai debiti in scadenza, ed evitare il default. Sarebbe questa, a quanto si apprende da fonti europee, la richiesta di 'prestito ponte' avanzata dal premier greco Alexis Tsipras ai vertici di Bruxelles.



Intanto, dopo il faccia a faccia Merkel-Hollande e a poche ore dal primo eurosummit post referendum, il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker interviene sul caso Grecia e non risparmia stoccate alla Germania da cui sono arrivate la maggior parte delle critiche al suo indirizzo.



«Voglio evitare la Grexit, sono contrario, cercherò di evitarlo fino alla fine», dice alla plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo. «C'è chi di nascosto punta sull'uscita della Grecia. In Europa non esistono risposte facili. La commissione Ue farà in modo che riprendano i negoziati». «Il ruolo della Commissione Ue rispetto alla Grecia viene molto criticata in alcuni Stati specialmente dove si parla tedesco. O si vuole una Commissione politica o la vogliono di alti funzionari. Io sono un politico», sottolinea. «È sorprendente che riguardo alla Grecia si possano esprimere tutti tranne il sottoscritto non mi lascio mettere la museruola, sono stato eletto. Lo stesso vale per il presidente del Parlamento Ue, che non è una tigre di carta e può esprimersi».




«È tempo che torni il buon senso» ed è arrivato il momento di «tornare a negoziare» e di fermare «la sparatoria a bruciapelo», aggiunge quindi Juncker al Parlamento europeo, sottolineando anche che è «inaccettabile per la Commissione essere chiamati terroristi» dal governo greco. «Il governo greco ci deve dire come si vuole districare da questa situazione» che «non si risolve in una notte». Servono «proposte concrete». I greci ed il resto dell'Europa «possono contare sulla Commissione».



Lasciare il negoziato è stato «un grave errore», continua riferendosi alla decisione della delegazione greca di interrompere le trattative dieci giorni fa, con l'annuncio del referendum da parte del premier Tsipras. Il popolo greco «ha votato 'no' su un testo che non è più sul tavolo». «Certamente rispettiamo» il referendum ma affermando di «non aver capito» che cosa è stato chiesto ai cittadini.




«Una Grexit non è il nostro obiettivo, noi lavoriamo a un altro schema per trovare una soluzione, ma se il pacchetto di riforme» della Grecia non è credibile «questa non può essere esclusa», ha detto il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis al suo arrivo all'Eurogruppo straordinario sulla Grecia. «La Grexit sarebbe un errore storico», ha detto il commissario Ue agli affari economici Pierre Moscovici.



Nel lungo incontro all'Eliseo, ieri, la cancelliera tedesca Merkel e il presidente francese Hollande hanno scelto una linea di apertura: «Aspettiamo proposte precise da parte del premier greco», ha detto la Merkel, spiegando però che le condizioni per aprire nuovi negoziati «non ci sono ancora».
E Hollande si è raccomandato affinché il premier ellenico porti proposte
«serie e credibili».



Il primo tentativo di individuare una via d'uscita dallo stallo greco lo farà l'Eurogruppo convocato alle 13. Anche i ministri hanno chiesto ad Atene di portare le nuove proposte, per capire in che direzione vadano. Il loro atteggiamento, però, non sarà diverso dalla loro ultima riunione di lunedì scorso, quando respinsero la richiesta di estensione del programma di aiuti e lo lasciarono scadere, aspettando il referendum. Ora il voto c'è stato, ma le cancellerie e le istituzioni dell'Eurozona non sono soddisfatte del risultato e fanno pressioni sul governo, accusandolo di aver paralizzato il Paese, congelando le riforme e impedendo la ripresa.




«Il Governo greco non è stato in grado di produrre una strategia economica credibile per tornare alla crescita», ha detto il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, avvertendo Atene che «non c'è una facile via d'uscita» dalla crisi. Idea condivisa da molti ministri dell'Eurogruppo, che oggi torneranno a chiedere alla Grecia gli sforzi che finora non ha voluto fare.



Ma il nuovo responsabile delle Finanze, Tsakalotos, non si fa intimidire e durante il suo insediamento annuncia:
«Non possiamo accettare una soluzione non praticabile». Atene, che la scorsa settimana era disposta ad accettare quasi tutte le misure proposte dai creditori, rimetterà sul tavolo la questione del debito, forte del parere del Fmi - che si dice pronto a sostenere il Paese se glielo chiedesse - e della consultazione popolare. Ma oltre alle resistenze di molti, Berlino in testa, la ristrutturazione del debito è un problema anche per la Bce, visto che «per definizione» il debito greco che detiene Francoforte «non può essere ristrutturato perchè ciò costituirebbe un finanziamento monetario» di uno Stato, ha spiegato il membro del board Christian Noyer.