Il "no" e lo spettro Grexit: fiato sospeso per Borse e spread

Il "no" e lo spettro Grexit: fiato sospeso per Borse e spread
Domenica 5 Luglio 2015, 23:08 - Ultimo agg. 23:13
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Scatta l'allarme rosso sui mercati. La vittoria del 'no' fa per la prima volta dello spettro Grexit - l'uscita della Grecia dall'Eurozona - un'opzione concreta. E l'effetto, confermano le previsioni di analisti, gestori e banche d'affari, è quello di assistere, almeno nel breve termine, a violenti scossoni sulle borse, a una caduta dell'euro e a un'impennata dei rendimenti dei titoli di Stato dei Paesi periferici, btp inclusi.



I primi effetti del referendum greco si vedono già alla riapertura del mercato valutario a Sydney. E poi sulle borse asiatiche. Nel fine settimana il governo di Pechino ha rafforzato le misure (fino ad ora inefficaci) a sostegno delle borse di Shanghai e Shenzhen, crollate del 30% in tre settimane bruciando 2.800 miliardi di dollari di capitalizzazione. È stato varato un fondo da 19,3 miliardi di dollari, sono state sospese tutte le nuove quotazioni e 25 gestori si sono impegnati a non liquidare per un anno i propri titoli azionari.



Ma è sulle Borse del Vecchio Continente e sui titoli di Stato che il 'no' di Atene all'austerity rischia di trasformarsi in uno tsunami, come peraltro si è già intravisto dopo la decisione di Atene di indire il referendum, con 287 miliardi di euro bruciati nella seduta di lunedì scorso e l'Euro Stoxx 50 crollato del 4,2%. Molti gestori, riporta Bloomberg, temono il «caos».



Goldman Sachs ha previsto un aumento degli spread sui titoli di stato di 200-250 punti base, con il rendimento dei Btp in salita anche oltre il 3%, livello che imporrà alla Bce di intensificare gli acquisti di bond governativi. Mentre le azioni verranno vendute a mani basse, con l'euro stoxx visto in calo a 3.150 punti (-8,5% sui livelli attuali). Per Standard & Poor's una Grexit costerebbe all'Italia 11 miliardi di maggiori interessi sul debito nel biennio 2015-2016, il conto più alto sui 30 miliardi previsti per l'eurozona.



Secondo Credit Suisse il 'no' rende «difficile» l'ok a un terzo programma di aiuti da parte degli Stati Ue (sei dei quali, tra cui la Germania, devono ottenerne l'approvazione in Parlamento) e aumenta al 75% le probabilità di una Grexit, con una possibilità su tre di innescare una crisi sistemica.
L'istituto elvetico prevede nuove chiusure per le banche greche e fissa al 20 luglio il giorno del default, quando gli istituti di Atene non potranno rimborsare la Bce e l'Eurotower ritirerà le linee di credito di emergenza. Per la banca britannica Barclays l'uscita della Grecia dall'euro è lo scenario «più probabile».
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