Sulla sua testa Washington aveva messo una taglia da tre milioni di dollari. Tariq bin Tahar al-Awni al-Harzi, 33 anni, tunisino, combattente di alto livello dello Stato islamico e uno dei primi terroristi di spicco ad entrare nell'Isis, è stato ucciso in Siria da un drone statunitense. Come confermato dal Pentagono, Harzi è stato colpito fatalmente lo scorso 16 giugno, il giorno successivo all'uccisione del fratello Ali ad opera di un altro attacco aereo degli Usa avvenuto in Iraq.
L'uomo, che sarebbe riuscito a fuggito nel luglio 2013 dalla prigione di Abu Ghraib, era stato soprannominato dal dipartimento di Stato come "amir (leader) degli attentatori suicidi" ed era nel mirino del Pentagono per aver aiutato i miliziani sunniti a rastrellare denaro e a supervisionare il reclutamento dei cosiddetti “foreign fighters” dall'Europa.
«La morte di al-Harzi - ha detto il capitano Jeff Davis, portavoce del Pentagono - avrà un impatto sulla capacità dell'Isis di integrare i combattenti stranieri terroristi nella guerra in Siria e Iraq, così come di spostare persone e attrezzature superando i confini dei due Paesi».
La notizia relativa alla morte del fratello Ali Harzi è stata data la settimana scorsa dai funzionari americani, che sospettavano avesse avuto un ruolo nell'attacco del 2012 a Bengasi, in Libia, in cui morirono quattro cittadini statunitensi, incluso l'ambasciatore Usa.