New York, poliziotto spara e uccide
un giovane nero: «Era disarmato»

New York, poliziotto spara e uccide un giovane nero: «Era disarmato»
di Anna Guaita
Venerdì 21 Novembre 2014, 20:10 - Ultimo agg. 22 Novembre, 19:43
3 Minuti di Lettura

Un altro giovane nero cade per mano della polizia americana. E' successo ieri notte in un condominio di Brooklyn, dove un giovane poliziotto alle prime armi ha ucciso un 28enne nero.

I tabloid newyorchesi hanno pubblicato una foto della vittima: si tratta del giovane nero Akai Gurley. A quanto si apprende, due agenti reclute erano in perlustrazione nelle scale di un edificio quando si sono trovati davanti la vittima e la fidanzata.

La polizia ha subito tenuto una conferenza stampa, ammettendo che si è trattato di un tragico errore, commesso da un giovane poliziotto, inesperto.

La vittima stava scendendo da casa della fidanzata.

Il poliziotto ha raccontato di aver sparato per errore: «Sono stato spaventato da questa figura che è comparsa all'improvviso nel buio».

Nel condominio in cui è avvenuto il fatto erano già capitati diversi episodi di violenza. I residenti affermano anche di avere paura ad uscire di casa, specialmente di notte, visto che è buio pesto.

Il capo della polizia ha riconosciuto che la persona uccisa era assolutamente innocente, e che si è trovato per le scale mentre la polizia stava svolgendo un'operazione di pattugliamento.

Il sindaco Bill De Blasio ha detto che ci sarà un'approfondita indagine sulla vicenda: «Una vita è stata persa e il mio cuore è con la famiglia della vittima per questo tragico lutto».

Un attivista di colore, Charles Barron, ha però dichiarato che «sempre di più la polizia dimostra di non avere rispetto per la vita dei giovani di colore. Il problema è in tutto il Paese e riguarda tutte le polizie, cioè proprio la gente che dovrebbe proteggerci».

La pronta reazione della polizia di New York fa da contraltare a quanto avvenuto quest'estate a Ferguson, nel Missouri, dove un poliziotto ha sparato al 18enne nero Michael Brown, uccidendolo

Proprio in queste ore è attesa la decisione del Grand Giury sull'incriminazione del poliziotto Tarren Wilson. Nella cittadina c'è uno stato di allarme. Il ministro della Giustizia Eric Holder ha lanciato un appello alla polizia di Ferguson perché si comporti con moderazione nel caso di proteste dopo la decisione del Grand Giury.

Anche il presidente Obama ha lanciato un appello affinché le proteste siano pacifiche. «Questo è un Paese dove tutti hanno diritto di esprimersi, ma pacificamente», ha detto Obama.

Intanto però ci si prepara al peggio: l'Fbi ha mandato le squadre speciali. I negozianti del centro hanno chiuso i negozi e messo tavole di legno alle vetrine per proteggerle da possibile violenze. Ferguson, blindata, attende.