Pena di morte, l'appello di Ban Ki-Moon: «Non ha posto nel 21esimo secolo»

Pena di morte, l'appello di Ban Ki-Moon: «Non ha posto nel 21esimo secolo»
Mercoledì 2 Luglio 2014, 23:52
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La pena di morte non ha posto nel 21esimo secolo: in un panel organizzato dall'Italia all'ONU per segnare l'inizio del semestre italiano di presidenza Ue il segretario generale Ban Ki-moon ha lanciato un forte appello per il s alla moratoria delle esecuzioni che a dicembre sar messa ai voti dell'Assemblea Generale.

«Assieme possiamo porre fine a questa pratica disumana e crudele in tutto il mondo», ha detto Ban chiedendo a tutti i paesi delle Nazioni Unite di «fare passi concreti per abolire o non applicare più questa forma di punizione».



Per l'Italia è una priorità, ma il nostro Paese continua a portare avanti la battaglia per la moratoria in uno spirito di rispetto di ogni paese a procedere al proprio passo. «L'obiettivo di un mondo senza pena di morte non dev'essere lo sforzo di un gruppo ristretto o esclusivo, ma un processo globale che un giorno forse coinvolgerà ogni nazione del mondo», ha detto il rappresentante permanente italiano all'ONU Sebastiano Cardi dando il benvenuto ai partecipanti al dibattito: tra questi il numero due dell'Onu per gli affari umanitari Ivan Simonovic, Tawakkul Karman, attivista yemenita e premio Nobel 2011 per la pace, l'ex ministro delle minoranze del Pakistan Paul Bhatti, l'ex procuratore capo di Los Angeles Gil Garcetti e un noto avvocato dello Zimbabwe, Innocent Maja.



L'obiettivo di oggi è consolidare quella maggioranza di 111 Paesi che due anni fa si pronunciarono a favore della moratoria, in aumento rispetto al 2007 quando il primo documento di questo tipo passò con 104 «sì» al termine di una battaglia pluriennale che aveva visto l'Italia sempre in prima linea.



L'iniziativa al Palazzo di Vetro fa seguito alla prima riunione ieri a Roma del ministro degli Esteri Federica Mogherini con la "task force" incaricata di coordinare l'azione italiana in vista della votazione all'Onu: hanno partecipato Amnesty International, la Comunità di Sant'Egidio e «Nessuno Tocchi Caino».






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