Nel frattempo il governo rinegozierà i termini della partecipazione britannica all'Unione, «a beneficio di tutti i membri dell'Ue». Prima del referendum, ha spiegato la regina, «rinegozieremo la nostra relazione con l'Ue con l'obiettivo di giungere ad una riforma dell'Ue a beneficio di tutti gli Stati membri dell'Ue».
Il governo britannico introdurrà, inoltre, «nuove misure per il controllo dell'immigrazione», ha annnunciato la Regina. Tra le misure previste e in parte già annunciate nei giorni successivi alla vittoria elettorale dei Tories del 7 maggio, l'introduzione del reato penale di «lavoro illegale» che consentirà alle autorità di sequestrare gli stipendi dei lavoratori immigrati impiegati illegalmente. Inoltre, è prevista la creazione di un ufficio di polizia specializzato, la chiusura delle agenzie di collocamento che impiegano solamente lavoratori provenienti dall'estero e l'obbligo per le banche di agire sui conti correnti degli immigrati irregolari.
Alle aziende che utilizzano manodopera straniera verrà invece imposta una nuova tassa sui visti dei lavoratori immigrati per finanziare programmi di apprendistato per i lavoratori britannici e dei Paesi Ue. Il disegno di legge che il governo Cameron presenterà al Parlamento nei prossimi mesi estenderà a tutti i casi di immigrazione illegale il regime di estradizione immediata e la possibilità di ricorrere in appello solo dopo l'esecuzione della misura. In pratica, quanto già previsto per chi è accusato di reati penali gravi.
«Il governo presenterà delle proposte per una Bill of Rights britannica», ha affermato ancora la regina Elisabetta.
Si tratta di una marcia indietro rispetto alla volontà espressa in precedenza dall'esecutivo conservatore di sostituire la Human Rights Act, la legge sui diritti umani promulgata sotto i laburisti, con una normativa più severa che introduca la possibilità quasi automatica di espellere dal Regno Unito i criminali non britannici condannati da un tribunale.