La regina Elisabetta supera Vittoria, c'è il sorpasso sul trono

La regina Elisabetta supera Vittoria, c'è il sorpasso sul trono
di ​Donatella Longobardi
Giovedì 3 Settembre 2015, 11:08 - Ultimo agg. 13:34
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Chissà che Forbes non decida di farle scalare qualche altro gradino. Nel 2012, la rivista finanziaria l'aveva messa solo al ventiseiesimo posto tra le donne più potenti e influenti del mondo con un patrimonio stimato di 450 milioni di dollari. Ma ora Elisabetta II, alla veneranda età di 89 anni, sta per battere un altro record. Perché dal 9 settembre supererà la trisavola Queen Vittoria, ferma a 63 anni e 216 giorni di regno. E sarà lei la sovrana dal trono più longevo di sempre. Con buona pace del figlio Carlo, eterno pretendente. Era il 1936 e aveva dieci anni Elizabeth Alexandra Mary quando seppe che sarebbe diventata regina. Lo zio Eduardo VIII preferì al trono l'amore di Wallis Simpson e decise di abdicare in favore del fratello Alberto - suo padre - diventato Giorgio VI. Quando il re morì, il 6 febbraio del 1952, toccò a lei.



In quei giorni la principessa, che il 20 novembre del 1947 aveva sposato il lontano cugino Filippo di Mountbatten e aveva già due figli Carlo e Anna (gli altri due, Andrea ed Edoardo nacquero successivamente), era in visita ufficiale in Kenya e alloggiava in un lodge nel parco nazionale di Aberdare, diventato subito dopo un'attrazione per i turisti in cerca di emozioni regali. Le cronache dell'epoca raccontano che toccò al marito darle la notizia: il re ammalato di cancro era stato stroncato da un infarto. Il 2 giugno 1953, Elisabetta II fu incoronata con una fastosa cerimonia nell'Abbazia di Westminster. Un luogo, con il vicino Parlamento, fulcro delle attività religiose e politiche del Regno Unito sul quale la sovrana regna ma non governa, esercitando un potere unico nel suo genere ma sempre più inossidabile con il passare del tempo e delle mode. Nei suoi trascorsi 63 anni e 211 giorni sul trono inglese, è stata costretta a traghettare la trasformazione dell'Impero nel Commonwealth mantenendo comunque un rapporto profondo con i popoli delle ex colonie. E sempre in accordo con i «suoi» primi ministri, dei quali legge puntualmente il discorso in occasione dell'annuale insediamento del Parlamento. Siano essi conservatori o laburisti. Inutile cercare di sapere qualcosa in merito alle sue personali preferenze anche se si chiacchiera, ad esempio, di un particolare feeling con i premier di sinistra come Tony Blair col quale - al di là della ricostruzione cinematografica di Stephen Frears con l'Oscar per la regina interpretata da Helen Mirren - si trovò a gestire la tragica morte di Lady Diana, nell'estate del '97.



L'unico momento, forse, in cui la sovrana non entrò immediatamente in sintonia con i sentimenti del suo popolo restando nell'amato castello di Balmoral, in Scozia, con il marito e i nipotini William e Harry a dispetto delle folle che si radunavano davanti ai palazzi londinesi travolte da un dolore collettivo di forte impatto mediatico.
Un evento cui dovette chinare il capo, quando il feretro della principessa del popolo attraversò lo slargo davanti a Buckingham Palace. E lei, cappellino nero d'ordinanza, rompendo ogni cerimoniale, fece capire di aver preso parte al lutto nonostante la nuora, con il divorzio dal principe di Galles, fosse ormai fuori dalla casa reale.




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