Stupra le figlie con il compagno, in aula il giudice esplode: «Sei la più vile pu... che abbia mai incontrato»

Amanda Arellano
Amanda Arellano
di Federica Macagnone
Domenica 24 Agosto 2014, 17:45 - Ultimo agg. 15 Marzo, 16:11
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Per rimuovere quello che hanno subìto in cinque mesi di violenze e di abusi, i giorni non saranno mai troppi. E se poi la facce degli orchi sono quelle della madre e del compagno, probabilmente non basterà un'intera vita. Due bambine di 6 e 8 anni sono state stuprate per mesi da Amanda Arellano, 29 anni, e da Daniel Kelly Copeland, 30.

Tra il 1° settembre 2011 e il 18 gennaio 2012 le piccole sono state vittime di abusi sessuali inenarrabili nella loro casa di Macon in Georgia, negli Stati Uniti.

La coppia aveva deciso di fare entrare nei loro giochi erotici anche le piccole che, oltre a essere costrette a compiere atti sessuali, venivano fotografate dai due pedofili. Spesso dovevano guardare la madre e il compagno fare sesso. «Vi mostriamo cosa fanno i grandi» diceva la donna alle bambine. I racconti da incubo hanno lasciato tramortita l'aula del Bibb County Superior Court dove si svolgeva il processo ma, sentendo come la madre bloccava le bambine per permettere all'uomo di violentarle, in molti sono scoppiati in lacrime.

«In questa veste non ho mai insultato nessuno – ha dichiarato il giudice Howards Simms rivolgendosi alla donna – ma lei è la più vile puttana che io abbia mai incontrato». Il processo di Amanda era stato fissato per la prossima settimana, ma lei ha deciso di dichiararsi colpevole risparmiando alle due figlie il tormento di dover testimoniare. La donna è stata condannata a 30 anni di prigione per stupro e molestie sui minori ed è stata inserita nel registro dei “sex offender”.

I due erano stati arrestati nel 2012: Daniel aveva raccontato al padre cosa succedeva in quella casa e l'uomo aveva immediatamente chiamato la polizia. Dopo aver confessato nel 2013, il pedofilo è stato condannato a 25 anni di carcere.

«Mi dispiace – ha detto Amanda in udienza rivolgendosi al giudice - punirò me stessa più di quanto lo possa fare lei, signore». Caustica la risposta del magistrato: «Per lei c'è sicuramente un posto speciale all'inferno».