Terrorismo, vertice al Viminale. Alfano: «Minaccia seria in Italia»

Terrorismo, vertice al Viminale. Alfano: «Minaccia seria in Italia»
Venerdì 29 Agosto 2014, 10:57 - Ultimo agg. 10:58
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Di fronte agli orrori commessi dai terroristi nel nome della Jihad, alle immagini agghiaccianti che rimbalzano sul web e la tv dalla Siria, dall'Iraq, dall'Egitto, il rischio dell'emulazione che preoccupa gli organismi di intelligence. Anche in Italia.



Proprio per fare il punto della situazione, il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha convocato e presieduto un vertice al Viminale con i responsabili dei Servizi segreti e quelli delle Forze di polizia.



Durante l'incontro sono stati analizzati i risultati della riunione del CASA, il Comitato Strategico Anti Terrorismo, svoltasi stamani al Dipartimento di Pubblica Sicurezza, e approfonditi tutti i temi attinenti alla minaccia terroristica, sia sul piano internazionale che nazionale. Tra l'altro, informa il Viminale, sono stati «presi in esame i rischi provenienti dall'avanzata dell'Is nonchè dalla non sopita minaccia di Al Qaida».



Alla luce di questa ricognizione «sono stati analizzati gli esiti delle misure già adottate e valutate ulteriori iniziative», anche in termini di cooperazione internazionale. Il Governo, del resto, già da tempo ha alzato la guardia, soprattutto in considerazione dell'offensiva jihadista in vari Paesi e al «richiamo» che questa può esercitare tra soggetti più inclini alla radicalizzazione e all'estremismo.



Ros, Digos, Servizi hanno dato un impulso all'attività di monitoraggio, in realtà mai cessata, è non è dunque un caso che proprio in questi giorni si moltiplicano le notizie di sviluppi di inchieste sul terrorismo fondamentalista. Sviluppi che arrivano soprattutto dal nord Italia, dove l'azione finalizzata al proselitismo da parte di singoli e possibili cellule sarebbe più attiva.



È così di oggi la notizia che la procura di Genova ha indagato un altro italiano - nell'ambito dell'inchiesta avviata dopo la morte, in Siria, del genovese Giuliano Ibrahim Delnevo - per addestramento con finalità di terrorismo internazionale. L'uomo si chiama Umar Andrea Lazzaro, pure lui di Genova, e si è convertito insieme a Delnevo. Gli inquirenti non escludono che possa trovarsi in Siria e che abbia fatto parte di una cellulla che avrebbe reclutato giovani jihadisti nel Nord Italia.



A Milano, invece, gli investigatori hanno ripreso in mano l'inchiesta aperta circa due anni fa su Haisam Sakhanh, detto Abu Omar, indagato per terrorismo internazionale. «Abbiamo assaltato l'ambasciata degli assassini a Roma», diceva in un video caricato su youtube relativo al blitz messo in atto nel febbraio 2012 da lui e da un'altra decina di attivisti all'ambasciata della Siria in Italia.



Il nome di Sakhanh, che per oltre dieci anni ha vissuto lavorando come elettricista tra Cologno Monzese e Milano, compare, assieme a quello di almeno altri tre siriani, in un fascicolo in cui si ipotizza che l'uomo, forse partito per la Siria nell'estate 2012 e poi «scomparso», possa aver reclutato combattenti per la Jihad.



In Veneto, infine, il Ros sta indagando su possibili reclutatori e fiancheggiatori di «militanti»: un'inchiesta che ha preso le mosse dalla vicenda di Ismar Mesinovic, bosniaco che viveva tra Ponte nelle Alpi e Longarone nel bellunese, morto ad Aleppo per combattere il regime di Assan e frequentatore di centri islamici tra Belluno, Treviso e Pordenone.



Nei giorni scorsi era stato lo stesso Alfano a parlare di «allerta massima» in relazione ai rischi del terrorismo. Rischi collegati anche agli sbarchi massicci di migranti sulle coste italiane? Solo potenziali, risponde il ministro, secondo cui «creare una simmetria immigrazione-terrorismo sarebbe tecnicamente sbagliato», sebbene non si possano escludere «microinfiltrazioni o casi individuali».



È lo stesso ragionamento che ripete anche il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, la quale, dopo le notizie di una cinquantina di «italiani» che avrebbero abbracciato la Jihad e facendo riferimento proprio agli sviluppi giudiziari delle ultime ore, ha detto che «anche pochi estremisti islamici sono un campanello d'allarme da tenere in considerazione con estrema attenzione, senza sottovalutazioni».
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