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BERLINO - Nel giorno del suo compleanno. Un pugno in pieno volto, per aver difeso due ragazzine dalle molestie di un branco di bulli, l'ha ridotta in fin di vita. E oggi Tugce, nel giorno che i genitori hanno scelto per staccare la spina alla ragazza, è già un'icona del coraggio civile. La Germania, commossa, la piange. Mentre migliaia di persone sul web chiedono che le sia conferita la croce al merito.
Ventitrè anni compiuti lo stesso giorno in cui muore: il padre e la madre hanno confermato la drammatica scelta di spegnere i macchinari che hanno tenuto artificialmente in vita la figlia - dichiarata cerebralmente morta due giorni fa - a una fiaccolata organizzata davanti all'ospedale in cui giaceva in coma da due settimane.
La dinamica - riportata dalla Bild - non è ancora confermata dalla polizia, che ha bisogno di altre testimonianze. Ma intanto le due ragazzine che Tugce ha difeso sono scomparse. E a loro un padre addolorato ha rivolto il suo appello: «Mia figlia vi ha salvato. Ha fatto di tutto perchè non vi accadesse nulla. Forse si è addirittura sacrificata per voi. Per questo, vi prego, andate dalla polizia e rilasciate la vostra testimonianza. Tugce non tornerà più, ma voi glielo dovete: testimoniate!». A rendere ancor più amara la vicenda, l'indifferenza in cui si sono consumati quei momenti di violenza: i dipendenti del fastfood, oggi difesi dalla ditta, non sono intervenuti. E la polizia ha esortato a un comportamento diverso: «Bisogna intervenire, si può aiutare in casi del genere», è il messaggio. Tugce è stata uccisa anche dall'indifferenza. Ma non è passato inosservato il suo gesto: sono decine di migliaia i messaggi su Facebook e su Twitter per lei. Cinquantamila chiedono che le sia conferita la più alta onorificenza del Bund tedesco, 89mila sostengono un gruppo a suo nome. Per moltissimi è già «un angelo», «un'eroina», un «modello di coraggio civile».