All'indomani del tragico sequestro del magistrato Mehmet Selim Kiraz, finito nel sangue, la situazione rimane incandescente in Turchia con un nuovo attacco armato, oggi, stavolta contro la questura di Istanbul: dove una donna forse kamikaze è stata uccisa e un altro assalitore è finito in manette.
A due mesi dalle cruciali politiche del 7 giugno, in meno di 48 ore il paese sembra essere precipitato in una improvvisa e pericolosa spirale di violenza.
La polizia ha anche fatto irruzione nella facoltà di giurisprudenza dell'università di Istanbul, arrestando 26 giovani, dopo che era stata esposta su un muro la fotografia di uno dei due sequestratori del giudice. Poi, nel pomeriggio, l'attacco alla questura di Vatan Sokak. C'è stata una fitta sparatoria con gli agenti di guardia. La gente in attesa davanti agli uffici si è tuffata all'interno. Una terrorista, che pare indossasse un giubbotto esplosivo, è crollata al suolo uccisa. Il suo compagno è invece fuggito, ma poco dopo è stato catturato. Non ci sono state per ora rivendicazioni. La stampa ipotizza una nuova azione Dhkp-C. L'improvvisa impennata di violenza sembra tuttavia giocare a favore di Erdogan spingendo gli elettori Akp tentati di cambiare bandiera a favore dell'opposizione nazionalista a tornare verso la «stabilità» del partito al potere. Gli ultimi sondaggi davano in effetti il partito del 'sultanò in forte perdita di consensi, al 39/40%, contro il 50 delle politiche del 2011.
E quelle di giugno sono elezioni che Erdogan non può permettersi di perdere, secondo diversi analisti. La posta in gioco è molto alta. Il 'sultanò chiede una forte maggioranza assoluta per cambiare la costituzione e imporre un regime super-presidenziale tagliato su misura per lui. Ferocemente contraria l'opposizione avverte che la Turchia rischia di sprofondare in una «dittatura» islamica. La polemica è intanto alta sul blitz delle teste di cuoio ieri a Istanbul, con opposizione e stampa indipendente all'attacco del governo.
Davutoglu ha definito «un successo» l'operazione, accusando un «asse del male» di volere spingere il paese verso il caos, e ha annunciato pugno di ferro contro i terroristi. «Lo stato non riesce a proteggere il suo pm», ha accusato invece il quotidiano di sinistra Sozcu. Incaricato da poche settimane d'indagare sulla morte di Berkin Elvan, il magistrato era riuscito a ottenere dal comando della polizia i nomi dei tre agenti che si trovavano vicino al ragazzo quando questi fu colpito. Le settimane che ancora separano la Turchia dal voto sono ad alto rischio, ha avvertito in ogni modo Cumhuriyet, che ha detto di temere «scenari catastrofici».