Intervista esclusiva | Romano Prodi: «La staffetta con D'Alema fu un suicidio politico, non si ripeta ora»

Intervista esclusiva | Romano Prodi: «La staffetta con D'Alema fu un suicidio politico, non si ripeta ora»
di Alessandro Barbano
Domenica 9 Febbraio 2014, 09:31 - Ultimo agg. 14:10
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A Letta dico in modo affettuoso che deve fare uno scatto, deve rischiare di pi. Perch in questo momento la mediazione non paga pi. Parlo di riforme e decisioni coraggiose. Subito la riforma del voto e quella del Senato.



In un’intervista al Mattino, l’ex premier Romano Prodi affronta i principali temi dell’attualità politica. La compravendita dei parlamentari, grazie alla quale sarebbe poi caduto proprio il secondo governo Prodi nel 2008? «L’episodio più grave di tutta la storia politica italiana. Mi colpisce come in Italia la compravendita di senatori sia stata sottovalutata e derubricata a poco più che un incidente». Sull’eventualità di una staffetta a Palazzo Chigi tra Renzi e Letta, che ricorderebbe quella del ’98 tra Prodi e D’Alema, il Professore ha le idee chiare: «Quello fu un suicidio politico e spero che stavolta non si ripeta. Allora non fu ucciso solo un disegno di governo ma anche la speranza di un Paese. Questo fu il danno più grave».



Romano Prodi nell'intervista intervista esclusiva che potete leggere sul mattino Digital e sull'edizione in edicola oggi, spiega «Oggi sappiamo che le larghe intese sono da noi pressochè impossibili. E abbiamo il dovere di rimediare a uno sfarinamento che ci sta di fronte. Lo strumento della legge elettorale non è esaustivo ma può servire. Soprattutto se elimina il rischio della governabilità in una delle due Camere». Renzi ora nel Pd «è estremamente forte e deve usare con saggezza questo vantaggio».



Per Prodi la compravendita dei parlamentari è «l'episodio più grave di tutta la storia politica italiana. Mi colpisce come in Italia la compravendita di senatori sia stata sottovalutata e derubricata a poco più che un incidente». La difesa del Senato era quindi «quantomeno doverosa. Se poi per formalizzarla si sia trovata una procedura intelligente, o piuttosto no, è un altro discorso», dice a proposito della decisione di Grasso.



Riferendosi anche allo scenario europeo Prodi sottolinea che «il populismo è il termometro del disagio». «Bisognerebbe iniziare a chiedersi perchè esso ha infiltrato tutte le democrazie europee tranne una. La Merkel lo ha spento»






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