Riforme, in Senato scoppia la bagarre dopo un gesto osceno di Barani VIDEO

Riforme, in Senato scoppia la bagarre dopo un gesto osceno di Barani VIDEO
Venerdì 2 Ottobre 2015, 19:15 - Ultimo agg. 3 Ottobre, 11:25
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Gesti osceni in Aula e al Senato scoppia la bagarre.

E' successo durante la discussione della riforma costituzionale: la senatrice M5S Paola Taverna ha denunciato un gestaccio di natura sessuale nei confronti della collega Barbara Lezzi da parte di Lucio Barani, capogruppo Ala. La mimica di un rapporto orale si sarebbe verficata "in combinato disposto" con un altro collega dell'Alleanza liberalpopolare.

La seduta è stata sospesa da Pietro Grasso, dopo che le successive parole di Barani («Se sono stato male intepretato me ne scuso) non sono state considerate delle scuse formali dalla diretta interessata.

Barani, al quale Grasso ha dato la parola per chiarire l'accaduto, ha provato a dire che il suo gesto riguardava il fatto che finalmente fosse stata data la parola al suo compagno di gruppo Ciro Falanga.

Pugno duro

«D'ora in poi, visto che l'escalation e arrivata al punto di minare la civile convivenza, il rigore sarà assoluto», ha dichiarato il presidente Grasso, annunciando la convocazione dell'ufficio di presidenza per lunedì alle 13, per esaminare il caso. «Chiedo la collaborazione di tutti i senatori per l'autodisciplina - ha detto Grasso -. Chiedo ai capigruppo di fare opera neli rispettivi gruppi per prevenire, per evitare provvedimenti rigorosi che possono arrivare a togliere la possibilità di partecipare ai lavori d'aula. Chiedo la massima collaborazione per ripristinare l'ordine e poter usare l'Aula per la funzione per cui è stata pensata, discutere e votare».

Cinzia Bonfrisco, presidente dei Conservatori e riformisti si è scagliata contro Barani per il suo comportamento offensivo verso tutte le donne e gli ha chiesto di togliersi il garofano dalla giacca «che offende tutti i socialisti morti per la libertà del Paese: toglieti quel garofano, pagliaccio!», ha esclamato.

Barani, poi, in una nota, si è detto «veramente dispiaciuto di ciò che sta accadendo nell'Aula del Senato in ragione di un equivoco ingenerato da alcuni miei gesti istintivi. Con la mano rivolta verso il mio stesso volto invitavo quanti impedivano l'intervento del senatore Falanga ad ingoiare i fascicoli che tanto veementemente stavano sventolando. Ho poi gesticolato al senatore Consiglio - aggiunge il parlamentare - che imprecava contro di me, di venirlo a fare presso il mio scranno. Il tutto senza mai proferire parola e tanto meno volgarità nei confronti delle colleghe senatrici che ho sempre rispettato».

«In ogni caso - prosegue - se, vista la concitazione del momento, ciò può essere stato interpretato in maniera offensiva, mi scuso soprattutto con le colleghe che hanno avvertito tali gesti come rivolti nei loro riguardi. La mia storia e la mia educazione a difesa dei diritti di ognuno mi impedirebbe, fosse anche per polemica politica, di ricorrere a volgari espressioni gestuali».

La votazione

Intanto la maggioranza è scesa sotto il quorum con 157 voti a favore (105 i no e quattro astensioni), nella votazione di un emendamento all'articolo 2 sul ddl di revisione costituzionale, presentato dalla senatrice Cinzia Bonfrisco della componente Conservatori e Riformisti. La maggioranza assoluta al Senato è di 161 voti. Bocciato a scrutinio segreto un emendamento della Lega sulle minoranze linguistiche, sul quale il governo si era rimesso all'aula e su cui il Pd aveva annunciato il suo «no». I sì sono stati 116, i no 160, 3 gli astenuti.

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