Sblocca Italia, Squinzi: cifre insufficienti per far ripartire Paese

Giorgio Squinzi
Giorgio Squinzi
Domenica 31 Agosto 2014, 19:42 - Ultimo agg. 1 Settembre, 08:46
3 Minuti di Lettura
Per quanto riguarda l'ammontare di cui si parlato in questi giorni, l'ammontare reale e disponibile, secondo la nostra sensazione non sar sufficiente a far ripartire il Paese. L'affondo riguardo il decreto Sblocca Italia arriva dal presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, intervenuto alla Festa nazionale dell'Unità.



L'affondo «I concetti che ci sono all'interno» dello Sblocca Italia «sono condivisibili: il problema è la quantità e la reale disponibilità dei fondi per sostenere questi investimenti, ad esempio quelli infrastrutturali, e tutta una serie di investimenti che erano stato decisi già cinque governi fa. Mi auguro - ha concluso Squinzi - che sia il momento per fare andare avanti le cose».



Sacrifici «Siamo un Paese che sta vivendo al di sopra dei propri mezzi. Vale per tutti, imprese, lavoratori, pensionati, consumiamo risorse e stiamo arrivando alla fine. Il 43% di disoccupazione giovanile significa che il Paese è destinato al disastro», ha aggiunto. «In questo Paese - ha detto durante un dibattito con il sottosegretario Graziano Delrio - bisogna avere progetti di medio lungo termine precisi, tutti dobbiamo fare sacrifici. Ma sacrifici importanti».



Le critiche «Noi siamo per incrementare i salari e non per diminuirli, ha sottolineato il presidente di Confindustria. Il problema, ha spiegato, «è aumentare il lavoro: bisogna ricreare le condizioni per ricreare lavoro». Toccando il tasto degli 80 euro, inseriti in busta paga, questi, ha poi aggiunto Squinzi, «non hanno avuto impatto reale sui consumi. Noi pensavamo e lo abbiamo detto sin dal primo momento - ha sottolineato - che sarebbe stato meglio investire questi 10 miliardi su un taglio deciso del cuneo fiscale del lavoro che non vuol dire abbassare i salari come qualcuno ha voluto dire, come lo stesso presidente del Consiglio ha ipotizzato». «Noi - ha ribadito il presidente di Confindustria - i salari vogliamo incrementarli, non diminuirli: il problema è di creare il lavoro e il lavoro può venire solo dalle imprese».



I 1.000 giorni «Dopo avere detto, 'facciamo tutto in 30 giornì, mi sembra che il termine di 1000 giorni sia realistico ma bisogna fare le cose che servono per sbloccare questo Paese», ha aggiunto. A giudizio di Squinzi, «il nostro supporto a questo Governo è consistito in una attesa benevola e diventerà ancora più sostanzioso» se si faranno le cose che «servono al Paese».



Contratto unico Sul fronte dell'occupazione, «bene questo intervento di Poletti con la delega sul lavoro ma questo è solo un primo passo nella direzione» che dovrebbe essere quella «del contratto unico che sia conveniente per le imprese e i lavoratori», ha poi detto Squinzi. Squinzi si è riferito alle forme di contratto di lavoro a tempo indeterminato e non a quelle a tutele crescenti.



La replica di Delrio «Abbiamo dato scosse molto forti, tutti quelli che seguono l'azione di Governo vedono la forte volontà di disincagliare la nave. Una nave che è fortemente incagliata. Queste spinte riescono a dare un po' di mobilità, poi quando prenderà il largo, la nave navigherà». Cosi, intervenendo alla Festa nazionale dell'Unità, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, ha replicato a chi gli chiedeva un commento sul decreto 'Sblocca Italia'.
© RIPRODUZIONE RISERVATA