Effetto Vatileaks e scandali Ior, l'8 per mille alla Cei cala di 60 milioni di euro

Effetto Vatileaks e scandali Ior, l'8 per mille alla Cei cala di 60 milioni di euro
di Franca Giansoldati
Giovedì 21 Maggio 2015, 16:24 - Ultimo agg. 17:29
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CITTA? DEL VATICANO - Il piatto piange. I fondi della Chiesa italiana che provengono dall'8 per mille stanno calando.

Lo scandalo di Vatileaks, i complotti interni per il controllo dello Ior, i cattivi esempi in materia finanziaria, lo strapotere che aveva allora il cardinale Bertone, senza contare i casi di abusi in diverse parti dell’Europa, degli Usa e dell’Australia, hanno influenzato negativamente i contribuenti italiani che, nella dichiarazione dei redditi, hanno destinato altrove la propria preferenza, penalizzando la Chiesa cattolica. I conti parlano chiaro. La diminuzione secca che è stata presentata stamattina dal cardinale Bagnasco a tutti i vescovi italiani, durante l’assemblea generale della Cei, ammonta a circa 60 milioni di euro. I dati trasmessi dal ministero dell’Economia nell’anno 2015 fanno riferimento alle dichiarazioni del 2012. La percentuale delle scelte a favore della Chiesa cattolica è stata pari all’80 percento.



Il presidente della Cei ha spiegato che la flessione comporterà una diminuzione di 50 milioni di euro destinati al sostentamento al clero, ma non influirà sulle opere caritative che, anzi, conteranno su 20 milioni in più per gli interventi immediati. Il calo netto è del 2% circa. Per valutare l’effetto Bergoglio (eletto nel 2013) sull’’8 per mille, e vedere se la sua popolarità e la sua attenzione verso i poveri, influisce sulla scelta dell’8 per mille, bisognerà attendere i dati del prossimo anno. In totale, la cifra complessiva garantita per il 2015 è di 995 milioni 462.000 euro, rispetto a 1 miliardo 54 milioni 310.000 dell'anno precedente. La cifra totale sarebbe in realtà di 1 miliardo 13 milioni 55.000 euro ma viene decurtata di oltre 17,6 milioni a causa del conguaglio negativo rispetto alla cifra erogata lo scorso anno come anticipo dallo Stato.



Per fare quadrare i conti la Cei prevede una diminuzione di 30 milioni di euro (da 433 a 403) dei fondi per le esigenze di culto e per la pastorale - finanziamento delle diocesi, costruzione di nuove chiese, tutela dei beni ecclesiastici, catechesi ed educazione, tribunali ecclesiastici - e di 50 milioni di euro (da 377 a 327) per il sostentamento del clero. Inoltre viene confermato «il blocco degli stipendi di vescovi e sacerdoti che dura da almeno 7 anni, cioè da quando io sono alla presidenza della Cei», ha sottolineato il cardinale Bagnasco. Mentre per gli interventi caritativi - fondi alle diocesi per la carità, aiuti al Terzo Mondo, stanziamenti straordinari in caso di calamità nazionali - passano da 245 a 265 milioni, aumentando di 20 milioni di euro.