Battipaglia. Bimbi contesi, madre a giudizio per maltrattamenti

Battipaglia. Bimbi contesi, madre a giudizio per maltrattamenti
di Petronilla Carillo
Giovedì 9 Luglio 2015, 23:00 - Ultimo agg. 10 Luglio, 10:13
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«Non posso parlare con la stampa. È stato il tribunale dei Minori a consigliarmelo». Commenta così il rinvio a giudizio per calunnia e maltrattamenti, Donatella Cipriani, la mamma di Battipaglia che è stata all’attenzione della cronaca per la vicenda dei sue due bimbi contesi, portati via dalla polizia, all’uscita di scuola. Era il mese di marzo del 2013 e da allora la vicenda di quell’amore finito, tra lei e il compagno Davide L., è diventata un affare pubblico e giudiziario.



Una vicenda che si arricchisce ora di un nuovo capitolo dopo che il gup Sergio De Luca l’ha rinviata a giudizio. Secondo l’accusa la Cipriani (difesa dall’avvocato Cecchino Cacciatore) avrebbe calunniato il marito (difeso dall’avvocato Giovanni Concilio) accusandolo di violenze e maltrattamenti sia nei suoi confronti e sia in quelli del loro due bambini. Quindi di aver «condizionato» i suoi figli nel rapporto con il padre. Di qui l’ipotesi di maltrattamento nei confronti dei due bambini non inteso come violenza fisica ma come abuso emozionale nei confronti dei suoi figli. Una udienza lunga e complicata durante la quale le parti si sono confrontate a colpi di carta bollata e perizie psichiatriche. Ben quattro quelle presentate dall’avvocato Concilio, raccolte durante questi anni di battaglia.



Tra queste, l’ultima, quella chiesta dal tribunale dei Minori al dottor Coppotelli di Roma, avrebbe convinto definitivamente il giudice. «L’udienza - precisa l’avvocato Cacciatore - è relativa a vecchie accuse supportate dalla perizia del professor Paolo Capri, scopertosi poi essere acceso sostenitore della Pas (Parental Alienation Syndrome), tanto da essere relatore in numerosi convegni sul tema e a propugnarne le teorie in facoltà. Dopo che numerose sentenze della Cassazione hanno sconfessato la validità giuridica e psichica della Pas grazie alla quale Capri accusava la Cipriani di aver molestato i suoi figli ritenendola però non imputabile proprio perché affetta da Pas, è caduta la non imputabilità e, di conseguenza, pur essendoci una richiesta di archiviazione dello stesso pm, il gup non ha potuto che rinviare a giudizio».



«Si tratta - commenta invece l’avvocato Concilio - del riconoscimento di un reato molto particolare, credo quasi unico nel suo genere perché si associa il maltrattamento all’abuso emozionale. Oltre alle perizie del professore Capri e del dottor Coppotelli, credo che molto abbia inciso anche l’esito dell’incidente probatorio del dottor Loggio e le realzioni della dottresse Scapicchio e Gleieses». «Meglio affrontare il processo - gli fa eco Cacciatore - anche perché il giudizio penale nei confronti di Davide L. non è archiviato, ma sospeso perché abbiamo proposto ricorso in Cassazione in quanto gli accertamenti sul comportamento della Questura erano stati affidati alla questura stessa». «Il mio assistito - precisa invece l’avvocato Concilio - non intende fare guerre, anzi sta spingendo i ragazzi perché si presentino agli incontri protetti con la madre e recuperino la bigenitorialità». I bambini da un anno sono stato affidati al padre.



Sono loro che si rifiutano di incontrare la madre dopo aver trascorso diciotto mesi in casa famiglia. Secondo quanto disposto dai giudici minorili, infatti, nei casi dove viene riscontrata la Pas i figli vengono affidati al genitore alienato, ossia a quello che era stato messo in cattiva luce dal genitore alienante. In questo caso a carico della Cipriani è decaduta anche la patria potestà, pur sussistendo un ricorso in Cassazione.



pe.car.
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