Crescent, nuove verifiche dopo i dubbi di Miccio sulle altezze

Crescent, nuove verifiche dopo i dubbi di Miccio sulle altezze
di Giovanna Di Giorgio
Giovedì 26 Febbraio 2015, 12:33
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No, a quanto pare non sarebbe solo «il cornicione» a dover essere limato. Da eliminare, in cima al Crescent, non sarebbero soltanto «quaranta, cinquanta centimetri». Operazione tutta italiana che, a dire dell’ex sindaco Vincenzo De Luca, sarebbe anche stata difficile da spiegare a una archistar di fama internazionale come Ricardo Bofill. In una nota indirizzata al dirigente del Settore urbanistica, Maddalena Cantisani, il soprintendente Gennaro Miccio scrive che le altezze riportate nelle nuove autorizzazioni paesaggistiche rilasciate dal Comune di Salerno risultano «sensibilmente differenti» rispetto a quelle indicate nei pareri rilasciati dall’ufficio di via Tasso. Poche righe, quelle buttate giù dall’attuale numero uno della Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici di Salerno e Avellino, ma in grado di mettere in discussione l’intero iter avviato dal Comune in seguito al parere espresso da Miccio alla fine di ottobre scorso. Al centro della comunicazione fatta pervenire agli uffici del Settore urbanistica di palazzo di città, infatti, ci sono le due nuove autorizzazioni paesaggistiche, la numero 88 e la numero 89 del 6 novembre scorso, rilasciate proprio sulla scorta delle prescrizioni del soprintendente. Prescrizioni racchiuse nel parere con il quale Miccio, cioè, in seguito alla doppia seduta del tavolo tecnico di settembre – quella mattutina con Italia Nostra e la Crescent srl di Rainone e quella pomeridiana con la delegazione del Comune - ribaltava sostanzialmente il preavviso di diniego fatto recapitare a via Roma nel corso dell’estate precedente. Il soprintendente, ritenendo allora «utile» accogliere la disponibilità del Comune a «ridurre la volumetria da realizzare», a costruire al suo posto «opere di mitigazione» e «ridisegnare la linea di costa dell’arenile», andando così ad attuare «azioni modificative che, per la prima volta» mostravano «una concreta attenzione per l’inserimento nel paesaggio esistente», diede una serie di disposizioni a cui attenersi per avere poi il placet della Soprintendenza stessa. Tra queste, l’eliminazione dell’edificio Trapezio e delle due Torri, il ripristino della linea di costa, la messa in evidenza della nuova foce del «peraltro pure deviato» torrente Fusandola, l’eliminazione delle palme in favore della piantumazione di platani e, soprattutto, la riduzione dell’altezza del Crescent stesso. Le prescrizioni del leader di via Tasso erano chiare: l’altezza della mezzaluna non deve superare quella di palazzo di Città, preso a riferimento come «edificio maggiormente rappresentativo». Tradotto in numeri, il Crescent andava ridotto in altezza di un paio di metri, passando dai suoi 27-28 ai 25-26 del Comune. Per verificare le altezze, gli uffici comunali si diedero subito da fare con una serie di rilevazioni laser. Alla fine, venne fuori che da limare sarebbero stati anche meno di 50 centimetri. E sulla base di tali misurazioni si procedette poi al rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche e all’adozione in giunta del nuovo Pua del subcomparto 1 di Santa Teresa.

Miccio, però, pare non essere così d’accordo con i calcoli del Comune e del sindaco «emerito». O, quanto meno, chiede che gli venga dimostrato con le carte quanto affermato. Nella lettera mandata all’ufficio urbanistica, infatti, ha chiesto «la trasmissione della perizia topografica e altimetrica citata nelle autorizzazioni paesaggistiche». Non solo: il soprintendente si è anche raccomandato «di verificare ogni rispondenza alle prescrizioni imposte, nei detti pareri, il cui rispetto rappresenta requisito essenziale all’atto autorizzativo». Insomma, una condicio sine qua non per la realizzazione stessa dell’intero comparto. Perché, come si legge nella missiva, «ai fini del rispetto delle prescrizioni dettate nei rispettivi pareri rilasciati», le «altezze riportate nelle suddette autorizzazioni paesaggistiche risultano essere sensibilmente differenti da quelle riportate nei pareri».

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