Tragedia di Sassano. Gianni, quel vizio di correre e la patente riavuta da un anno

Tragedia di Sassano. Gianni, quel vizio di correre e la patente riavuta da un anno
di Petronilla Carillo
Lunedì 29 Settembre 2014, 08:28 - Ultimo agg. 08:29
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Sassano. Gianni Paciello, ventidue anni, stava andando al lavoro ieri pomeriggio. Lavora a pochi metri di distanza dal New Club 2000. È socio di un bar, il Gran Caffè Silla. Aveva da poco salutato la sua ragazza, anche lei barista. Ma Gianni Paciello non è nuovo a tragici incidenti. Nel 2010 fu coinvolto in un altro episodio drammatico, durante la festa patronale. In quella circostanza morì un suo amico. Erano in due in auto quando uscirono fuori strada e andarono a sbattere. Ufficialmente alla guida c'era l'amico, Gianni Rubino, il quale morì dopo due giorni di agonia in rianimazione. Rubino aveva ventidue anni, Paciello era poco più che maggiorenne. Dopo quell'episodio, però, gli fu momentaneamente ritirata la patente, in attesa che la vicenda si chiarisse. Esattamente un anno dopo, Gianni è potuto tornare al volante. Con lo stesso stile di guida: pigiava sempre il piede sull'acceleratore e non aveva remore nell'essere spericolato.



Quella vicenda, dai toni, piuttosto foschi, neel 2011 fu chiarita a suo favore. A Sassano s'è sempre detto invece che alla guida, quella notte, c'era proprio Gianni, ma questo particolare non fu mai provato. Così di lui, nella sua cittadina, tutti dicono sempre la stessa cosa: che il ventiduenne «lo ha a vizio di correre». Anche se qualcuno aveva poi pensato, quando si era fidanzato, che avrebbe messo la testa «a far bene». Così non è stato: le sue sgommate e la sua guida spericolata sono risapute a tutti. Anche su facebook ha sempre pubblicato foto della sua auto, la Bmw 520, di cui andava fiero, anche se, forse, troppo potente per un ventiduenne con «poca esperienza» al volante. Ma lui ama i motori e il loro rumore. A Sassano, però, non tutti lo perdonano e lo ritengono comunque responsabile di quella morte: «Forse ora finalmente impara. Forse aver ammazzato il fratello gli servirà da lezione», commentano alcune coetanee dinanzi alla straziante scena della ricomposizione dei corpi all'interno delle bare. Quella di Giovanni Femminella è bianca, perché aveva solo quattordici anni.



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