«Umanamente - spiega la mamma di Simonetta, Angela Procaccini - non posso essere felice. Ho perso una figlia e nessuno me la ridarà. Ancora oggi ci stiamo leccando le ferite per un dolore che non si rimarginerà mai. Simonetta era una creatura meravigliosa che non c'è più e mai più tornerà. Non sono neanche contenta per la sorte di Pignataro, che all'epoca era giovane e probabilmente immaturo, coinvolto da persone senza scrupoli senza, forse, neanche rendersi conto di quello che faceva. A livello sociale, però - aggiunge - mi rendo conto che sia giusto che chi sbagli dia il suo contributo alla giustizia».
Presenti in aula, al momento della lettura della sentenza, oltre alla mamma di Simonetta (con l'avvocato di parte civile Gaspare D'Alia), anche la sorella Serena Simonetta Lamberti (con l'avvocato Elena Coccia), Annamaria Torre in rappresentanza di Libera Memoria e Libera Campania, Tiziana Apicella, responsabile dell'area vittime della Fondazione Polis della Regione Campania, Goffredo Locatelli per Libera Salerno.
La Corte ha confermato la pena comminata in primo grado il 4 luglio dello scorso anno.