L'omicidio del sindaco pescatore: in Italia il presunto assassino | Foto

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Martedì 31 Marzo 2015, 17:33 - Ultimo agg. 1 Aprile, 11:59
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Potrebbe essere vicino a una svolta il caso dell'omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica ucciso con nove colpi di pistola il 5 settembre del 2010: giovedì è atteso in Italia Bruno Humberto Damiani, il "brasiliano", per ora l'unico indagato, con l'accusa di omicidio volontario aggravato dal metodo mafioso, per la morte del primo cittadino cilentano.

Al momento il 32enne è rinchiuso nel carcere di Bogotà (Colombia) dove sconta una pena per un altro reato commesso, ma - come già aveva ricordato il suo legale Michele Sarno nel corso di una conferenza stampa il 6 dicembre 2014 - si è sempre detto «estraneo a questo omicidio».

Per gli inquirenti invece sarebbe stato lui ad aver ucciso Vassallo a seguito di un diverbio avuto alcuni giorni prima del delitto: secondo gli investigatori il sindaco si opponeva all'attività di spaccio che stava prendendo piede nella frazione di Acciaroli.

«Siamo contenti che finalmente è stato consentito a Bruno Humberto Damiani di poter ritornare in Italia e affrontare il processo nel proprio Paese». Così il legale di Damiani, l'avvocato Michele Sarno, in relazione al ritorno del suo assistito in Italia. «Dopo l'arrivo a Roma - spiega l'avvocato penalista - il mio assistito, entro cinque giorni, dovrà affrontare l'interrogatorio di garanzia in relazione all'ordinanza per la quale è detenuto, dal momento che è imputato per una serie di estorsioni al mercato ittico. Dopo di che credo che si avvieranno le procedure per un suo avvicinamento a Salerno. Nonostante la grande attenzione che questo caso ha suscitato, e nonostante la Procura della Repubblica di Salerno abbia contributo affinché questa estradizione potesse essere perfezionata, abbiamo registrato delle lungaggini che non sono giustificabili da parte del ministero. Il nostro governo si dovrebbe interrogare su quanto tempo un cittadino italiano possa essere detenuto in un carcere straniero e attendere di ritornare nel proprio Paese». «Il mio assistito, inoltre - prosegue l'avvocato - è stato il primo a dirsi desideroso di tornare in Italia e affrontare i processi che lo vedono imputato e indagato».

Per Dario Vassallo, fratello di Angelo e presidente della Fondazione Angelo Vassallo, «si tratta più che di un punto di svolta, di un nuovo inizio». «Siamo sicuri - sottolinea - che Damiani sappia molte cose, ora sta alla magistratura fargliele dire. Siamo sempre stati fiduciosi e lo saremo sempre. L'unica cosa che ci rattrista è il trasferimento a Napoli del pm Rosa Volpe che da 54 mesi ha in mano l'inchiesta. Temiamo che il suo trasferimento possa provocare eccessivi rallentamenti».