Salerno. Perle nel piatto al ristorante, la Tac degli esperti conferma: «Sono vere»

Salerno. Perle nel piatto al ristorante, la Tac degli esperti conferma: «Sono vere»
Sabato 18 Ottobre 2014, 22:41 - Ultimo agg. 19 Ottobre, 14:43
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SALERNO - Quelle perle nel piatto, mah. Inverosimile, impossibile... Diciamolo pure a distanza di due mesi, un brusio di sospetto era inevitabile.



Perle nel piatto del ristorante, il servizio della tv tedesca







Ma valli a fregare i tedeschi. Hanno letto la notizia sul Mattino e dopo pochi giorni erano qui, in città, a indagare sulle cinque perle trovate da Giuseppe Di Bianco, quadro aziendale di Poste italiane, che il 18 agosto scorso, nella trattoria Nonna Maria di via Roma, in compagnia della sua amica Francesca ha mangiato ostriche ritrovandosi tra i denti prima una, poi due, e alla fine cinque perle. Vere perle. Perchè ora c’è anche la Tac a confermarlo, e c’è un ampio servizio delle prima rete televisiva tedesca (Tv Ard) - da oggi cliccabile sul sito web del Mattino - che racconta e documenta una storia che ha dell’incredibile ma che è capitata davvero. E che, anzi, si arricchisce di un nuovo elemento: c’è una perla in più in quelle «masticate» da Giuseppe Di Bianco, ed è contenuta all’interno della più grande.



Questo il responso della Tac affidata all’Istituto Gemmologico Nazionale, che ha sede a Roma in via San Sebastianello, praticamente a piazza di Spagna.

Ecco uno stralcio della relazione redatta dai professori Enrico e Flavio Butini: «L’analisi del materiale rinvenuto dal signor Di Bianco all’interno di un mollusco, si è rivelata ricca di curiosità e difficoltà. L’indagine radiografica, ad esempio, ha messo in luce il tipico aspetto di una perla naturale, pur essendo in verità meglio descrivibile come una concrezione calcarea di origine organica; questa analisi ha inoltre palesato la presenza di una seconda piccola struttura “perlifera”, attaccata a quella più grande, tipica di una particolare varietà di perle gemellate, dette talvolta in commercio Tokki pearls. Il risultato è apparso essere compatibile sia con una perla di acqua dolce che con una perla di acqua salata. La produzione di tali secrezioni nei molluschi è un avvenimento comune, la rarità dei campioni del signor Di Bianco sta nel fatto che siano sferici (seppur di forma irregolare) e molto compatti, ma ancor più nel numero (ben cinque) all’interno di un solo animale. La ”Crassostrea Gigas”, è risultata essere totalmente compatibile con le concrezioni calcaree rinvenute all'interno del mollusco. Uno studio multidisciplinare sarebbe auspicabile, così da far luce sullo straordinario ritrovamento del signor Di Bianco, coinvolgendo, ad esempio, un biologo che sia a conoscenza circa l’occorrenza di tali episodi».



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